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Strage di Orlando, negli Usa 89 armi ogni 100 abitanti

La discussione sul libero possesso di pistole e fucili si riaccende negli States, tra favorevoli alle restrizioni e contrari. Washington è anche il primo importatore ed esportatore di armi leggere, con 30 vittime al giorno

L'ennesima strage in terra americana, ad Orlando, riaccende il dibattito sempre attuale sul possesso di armi da parte degli abitanti e sulla loro facilità di reperimento.

In aiuto, per capire meglio la situazione del Paese, arriva una recente analisi dell'Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo, Iriad, centro di documentazione e di studi sulla pace ed il controllo degli armamenti. Dai dati emerge che 89 statunitensi su 100 posseggono un'arma in base al diritto garantito dal Secondo Emendamento della Costituzione, con una media giornaliera di 30 vittime, nella maggior parte dei casi tra i 18 e i 35 anni. E ci si interroga.

Tasso più alto al mondo di possesso di armi Negli Stati Uniti c'è il tasso più alto al mondo di possesso di armi tra civili, superando Paesi come l'Iraq: 89 ogni 100 abitanti, secondo la ricerca "Small Arms Survey Research Notes", di settembre 2011. In fondo a questa classifica ci sono la Corea del Sud e il Ghana con un'arma da fuoco (se non meno) ogni 100 abitanti.

I numeri interni Si stima che negli Stati Uniti siano in circolazione circa 283 milioni di armi da fuoco ad uso civile. Ogni anno nel Paese sono vendute circa 4,5 milioni di armi, tra le quali circa 2 milioni di pistole. Si valuta inoltre che ogni anno siano vendute circa 2 milioni di armi di seconda mano. La percentuale di americani che possiede a livello domestico una pistola, però, è costantemente diminuita negli ultimi decenni, passando dal 54% del 1977 al 33% nel 2009. Al contrario, la media di pistole nelle mani di ogni individuo già possessore di armi è aumentata, passando dal 4,1% nel 1994 al 6,9% nel 2004.

Gli altri record degli Usa in tema di armi Gli Stati Uniti guidano la classifica anche quando si parla di Paesi importatori e di Paesi esportatori di armi leggere. Stando ai numeri dello Yearbook 2015 dello Small Arms Survey, nel primo caso, Washington ha acquistato armi leggere per un valore di 13.884 milioni di dollari tra il 2001 e il 2012, registrando un incremento del 188%. Nel secondo caso, ha effettuato vendite per un totale di 8.464 milioni di dollari nello stesso periodo, registrando un incremento del 55% nei trasferimenti di tali armi. Tra il 2001 e il 2012, lo Small Arms Survey stima nel suo report del 2015 che i cinque maggiori esportatori di armi leggere sono stati, in ordine decrescente dietro agli Usa: Italia, Germania, Brasile e Austria. Nello stesso periodo, dietro agli Stati Uniti sul podio più alto come maggiore importatore di armi leggere, c'erano Canada, Germania, Francia e Regno Unito.

La strage senza fine Seppur, guardando a studi statistici, non sembra esserci una correlazione diretta tra possesso di armi e maggior numero di omicidi con armi da fuoco, la media giornaliera negli Usa è di 30 vittime; nella maggior parte dei casi si tratta di giovani tra i 18 e i 35 anni. Il dato prende una diversa connotazione se lo confrontiamo con quello di altri Paesi. Un esempio? Anche se gli Stati Uniti hanno un tasso di diffusione di armi 12 volte maggiore rispetto all'Honduras, nel 2012 il tasso di omicidi con armi da fuoco è stato di 2,97 ogni 100.000 abitanti negli Usa e di 68,43 nell'Honduras stesso.Tuttavia, la problematicità del caso americano emerge quando gli Stati Uniti vengono paragonati a Paesi sviluppati: il tasso di omicidi con armi da fuoco nei 50 Stati americani è 20 volte maggiore rispetto a quello medio registrato tra tutti i Paesi dell‟area Ocse, Messico escluso. Per questo si arriva alla conclusione che nell'America del Nord si verificano più omicidi con armi da fuoco che in ogni altra nazione sviluppata.