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Salone del Libro vietato allʼArabia Saudita per salvare il giovane Al Nimr

Il 20enne è stato condannato a morte e alla crocifissione. Lʼambasciatore saudita: "LʼItalia si faccia gli affari suoi"

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L'Arabia non sarà il Paese ospite della prossima edizione del Salone del Libro di Torino, che avrà però un focus sulla letteratura araba. Lo hanno deciso i vertici della buchmesse. All'origine della scelta la condanna a morte del ventenne Mohammed al-Nimr. Nel corso della riunione è stata anche approvata la scelta di Ernesto Ferrero alla direzione editoriale. Intanto l'Arabia Saudita risponde invitando gli "amici italiani" a non "interferire" nei suoi affari interni.

Salone del Libro vietato allʼArabia Saudita per salvare il giovane Al Nimr

In una lettera nel giorno in cui il Salone del Libro di Torino ha escluso Riad dalla buchmesse, l'ambasciatore chiede a "chi mostra interesse per i diritti umani" di "approfondire la conoscenza dei casi particolari", citando Mohammed al-Nimr, il 20enne condannato ad essere decapitato e crocefisso. Sottolineando "gli otto decenni di relazioni bilaterali" tra Roma e Riad, l'ambasciatore saudita Rayed Khalid A. Krimly ritiene "spiacevole e sorprendente che tali relazioni in forte sviluppo siano oggetto di attacco da parte di alcuni individui male informati".

"Coloro che mostrano particolare interesse ai diritti umani dovrebbero approfondire la conoscenza dei casi particolari che si trovano a criticare", si afferma nella lettere citando come "esempio" la sentenza "contro il cittadino Al Nimr, dichiarato colpevole di 14 reati". L'ambasciatore saudita poi elenca alcune accuse mosse al manifestante 20enne condannato ad essere decapitati e crocefisso: "molteplici aggressioni armate contro mezzi della polizia, contro personale e stazioni di polizia con armi e bombe molotov, creazione di cellule terroristiche armate, protezione e assistenza offerta a terroristi ricercati".

"Amici miei, l'epoca dell'imperialismo europeo si è da tempo conclusa. Non confondete il dialogo, che implica necessariamente l'esistenza di differenze, con il monologo", è l'invito dell'ambasciatore. "Le nostre leggi, le nostre istituzioni politiche e giudiziarie non sono concepite per soddisfare i più recenti capricci degli altri. A voi possono non piacere alcuni aspetti dei nostri valori o della nostra cultura o delle nostre leggi, ma questi appartengono a noi e non a voi. Peraltro - si conclude la lettera - anche noi potremmo non gradire alcuni aspetti della cultura, della politica o del sistema giuridico italiano, ma non ci troverete ad impartirvi lezioni su come condurre i vostri propri affari".

Chaouki (Pd): salvare Al-Nimr senza pregiudizi - "La nostra battaglia per salvare la vita al giovane oppositore Ali Al Nimr rientra in una storica battaglia dell'Italia per l'abolizione della pena di morte. Non nutriamo alcun pregiudizio nei confronti dell'Arabia Saudita. Crediamo che le battaglie sui diritti umani ci debbano vedere compatti in un fronte comune, allontanando così pregiudizi e stereotpi reciproci". Lo afferma Khalid Chaouki, deputato Pd e membro della commissione Esteri alla Camera.

Deputati Pd criticano ambasciatore saudita - "Il Salone del Libro di Torino ha fatto bene a dire no alla scelta dell'Arabia Saudita come paese ospite. Sorprende che l'ambasciatore saudita dica all'Italia di non interferire, è il suo Paese che non deve interferire con le scelte di una istituzione culturale di carattere internazionale". E' quanto dichiarano i deputati del Partito democratico Michele Anzaldi, Francesca Bonomo ed Ernesto Magorno. "A maggior ragione dopo la condanna a morte - spiegano i deputati Pd - per decapitazione, crocifissione e putrefazione del giovane Mohammad Al Nimr, sarebbe stato incomprensibile riservare all'Arabia Saudita lo spazio d'onore a Torino. Lo scambio culturale non puo' diventare l'avallo di pratiche inaccettabili e barbare".

Chi è Ali Mohammed Baqir al Nimr - Poco più che ventenne Ali Mohammed Baqir al Nimr è stato arrestato dalle autorità saudite nel febbraio 2012 per reati compiuti l'anno prima quando era ancora 17enne. Nella cosiddetta primavera araba di Ryad al Nimr avrebbe organizzato e incitato la popolazione ad una rivoluzione contro il re. Nell'arresto sarebbe stato trovato con armi e molotov. Con l'accusa di sommoss a altri reati è stato condannato a morte per crocifissione. Numerose associazioni umanitarie internazionali si sono mobilitate per salvarlo.