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Paolo Dall'Oglio e Ignazio Scaravilli, i due italiani ancora nelle mani dei loro rapitori

Si tratta del gesuita sequestrato in Siria nel 2013 e del medico 70enne scomparso da Tripoli dove era giunto per operare allʼospedale Dar Al Wafa

gesuita,Paolo Dall'Oglio
ansa

Dopo la tragica morte di Giovanni Lo Porto in Pakistan, sono ancora due i cittadini italiani scomparsi all'estero di cui ancora non si hanno notizie: si tratta di Paolo Dall'Oglio e di Ignazio Scaravilli.

Il padre gesuita è stato rapito in Siria il 27 luglio del 2013: 59 anni, gesuita romano, per trent'anni e fino alla sua espulsione nell'estate 2012, per ordine di Assad, ha vissuto e lavorato nel suo Paese d'adozione in nome del dialogo islamo-cristiano.

Paolo DallʼOglio e Ignazio Scaravilli, i due italiani ancora nelle mani dei loro rapitori

Nel 2013 era rientrato a nord della Siria, nella zona contrallata dai ribelli siriani. Diverse volte sono emerse notizie - mai confermate - sulla sua morte o detenzione in un carcere. Le ultime informazioni risalgono a dicembre, quando fonti siriane lo davano per detenuto in una delle prigioni dell'Isis a Raqqa. Una circostanza che non aveva trovato conferme da parte del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.

Il suo rapimento era avvenuto dopo un appello che il sacerdote aveva rivolto a papa Francesco affinché promuovesse "un'iniziativa diplomatica urgente e inclusiva per la Siria". Dall'Oglio forse era impegnato in una "mediazione" tra fazioni ribelli nella zona di Raqqa, nel vortice di una guerra di civile che da quattro anni semina morte e distruzione in Siria.

Ignazio Scaravilli, il medico rapito in Libia -

Ignazio Scaravilli, un medico catanese settantenne, è scomparso il 6 gennaio in Libia. A segnalarlo i suoi colleghi, ma non ci sono state testimonianze dirette di un rapimento o incidente. L'anziano professionista, che ha uno studio a Paternò, nel Catanese, e una residenza a Padova, sul proprio sito si presenta come chirurgo ortopedico specializzato in interventi su mano e piede. Era partito prima di Natale con altri tre o quattro colleghi siciliani per operare all'ospedale di Dar Al Wafa di Tripoli, città dove è consulente per due cliniche.