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Libia, nuovi raid egiziani: molti morti Hamas: "LʼItalia non intervenga"

Colpite le postazioni dellʼIsis a Derna, roccaforte dei terroristi. Attacchi anche allʼaeroporto di Zintan. Appello de Il Cairo allʼOnu: "Adottare una risoluzione per un intervento internazionale"

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Altri sette raid con "decine di morti" sono stati compiuti dall'aviazione egiziana e libica contro postazioni dell'Isis a Derna, la roccaforte jihadista situata a est della Libia. Lo segnalano media egiziani, citando fonti ufficiali libiche. Il comandante dell'aviazione libica, Saqer Al-Joroushi, ha segnalato che i raid hanno causato "un numero imprecisato di feriti".

Raid su aeroporto di Zintan- I miliziani filo-islamici dell'Operazione Alba (Fajr Libya) al potere de facto a Tripoli, "hanno lanciato raid aerei sull'aeroporto di Zintan", la città rivale a sud della capitale. Lo afferma l'emittente al Arabiya.

Colpito anche il tribunale della Sharia - Tra gli obiettivi colpiti dai raid c'è anche il Tribunale della Sharia istituito a Derna dallo Stato islamico. A riferirlo è stato il comandante dell'aviazione libica, segnalando che le incursioni hanno colpito anche i quartieri di Sayeda Khadija e Shisha.

Sisi chiede all'Onu l'intervento internazionale - Dal presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi è arrivato un accorato appello diretto "al Consiglio di sicurezza dell'Onu" perché venga "adottata una risoluzione per un intervento internazionale in Libia". A riportare la notizia è il sito del quotidiano governativo egiziano Al-Ahram. Nell'intervista, diffusa anche da Radio euro 1, il presidente dice che "non c'è altra scelta" alla luce della "accettazione da parte del popolo e del governo libico e del loro appello all'Egitto ad agire in questa direzione". Alla richiesta se ripeterà i radi, Sisi risponde poi che "la situazione necessita una ripetizione in maniera corale".

Ministro Esteri: "Raid un nostro diritto" - I raid sulla Libia, ha detto il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shouky alla tv Al Arabiya, "sono parte del diritto del nostro Paese all'autodifesa per proteggere i nostri figli". Il ministro ha aggiunto che, in seguito al video in cui l'Isis ha mostrato la decapitazione dei 21 copti, "una forte e accurata reazione era necessaria".

Hamas: "L'Italia non intervenga, sarebbe una crociata" - Sulla situazione in Libia è intervenuto anche Hamas, che respinge le ingerenze "da parte di alcuni Paesi come l'Italia" che adducono "il pretesto di combattere il terrorismo". Lo afferma il dirigente del movimento politico di ispirazione islamista Salah Bardawil. Un intervento militare sarebbe considerato "una nuova Crociata contro Paesi arabi e musulmani", ha spiegato Bardawil. Quanto alla decapitazione dei 21 copti egiziani, il dirigente di Hamas ha espresso parole di condanna. Bardawil ha poi ricordato che Hamas aveva già espresso opposizione contro gli interventi stranieri in Iraq, e dunque rinnova adesso i propri appelli per sventare mosse simili in un altro Paese arabo.

Occidente unito: soluzione è politica - "I governi di Francia, Italia, Germania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti condannano fermamente tutti gli atti di terrorismo in Libia. L'efferata uccisione di 21 cittadini egiziani, da parte di terroristi affiliati all'Isis, sottolinea ancora una volta l'impellente necessita' di una soluzione politica del conflitto". E' quanto si legge in una dichiarazione congiunta.

Il processo di dialogo sponsorizzato dalle Nazioni Unite per la formazione di un governo di unità nazionale "costituisce la speranza migliore per i libici". La comunità internazionale "è pronta a sostenere pienamente un governo di unità nazionale per affrontare le sfide attuali della Libia".