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L'Fbi trova sistema per sbloccare iPhone attentatore di San Bernardino

Il Dipartimento di Giustizia potrà così "bypassare" Apple che si è sempre detta contraria a consegnare "la chiave" dello smartphone per ragioni di privacy

L'Fbi trova sistema per sbloccare iPhone attentatore di San Bernardino - foto 1
lapresse

L'Fbi ha trovato un modo di "entrare" nell'iPhone dell'attentatore di San Bernardino senza l'aiuto della Apple.

Non è chiaro quale sia il metodo individuato dagli agenti federali, ma ciò consente al Dipartimento della Giustizia Usa di non procedere con un'azione legale nei confronti della Apple per avere accesso alle informazioni contenute nel cellulare, considerate indispensabili per l'inchiesta.

La casa di Cupertino si era sin dall'inizio detta contraria ad intervenire, per ragioni di privacy, e pronta ad affrontare una serie di processi pur di mantenere la propria posizione.

Le possibili "pretese" di Apple - La disputa però potrebbe non essere finita qui, perché la Apple aveva messo ben in chiaro che, se i federali fossero riusciti ad "aprire" il dispositivo, loro avrebbero chiesto di conoscere il metodo utilizzato.

Il braccio di ferro tra l'Fbi e Apple - Il braccio di ferro dura da settimane e vede le due parti contrapposte ognuna nel tentativo di far valere le proprie priorità. Da una parte c'è il governo degli Stati Uniti che ritiene che le informazioni contenute nel telefonino siano indispensabili per l'inchiesta sull'attacco di San Bernardino, da più parti considerato il primo attacco ispirato dall'Isis sul suolo americano.

Dall'altra la Apple è determinata a non acconsentire a quella che può trasformarsi in una "intrusione" da cui non si torna indietro, cedendo così sui principi di privacy e di difesa degli utenti che è cavallo di battaglia della società di Tim Cook. Una guerra di principi in sostanza, da cui però, almeno in questa battaglia, il governo federale sembra uscire vincitore. Anche perché il sistema del colosso di Cupertino non sembra così inviolabile nonostante quello quanto sostengono i dirigenti della Apple.