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Isis, nuove minacce allʼItaliaSu Twitter: #ArriviamoaRoma

Secondo il sito "Site", i terroristi hanno lanciato un nuovo e inquietante hashtag

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I terroristi dell'Isis tornano a minacciare l'Italia, riconfermando il loro progetto di raggiungere Roma. Secondo quanto riferisce la direttrice di Site, Rita Katz, gli jihadisti avrebbero lanciato un nuovo hashtag su Twitter: "Stiamo arrivando a Roma". Nel tweet postato dal Site, i terroristi hanno aggiunto: "L'Isis a Roma, con la volontà di Dio".

"#We Are Coming to Rome", stiamo arrivando a Roma, tweet in cui appaiono immagini che mostrano lunghi convogli di mezzi armati carichi di militanti col passamontagna e le bandiere dello Stato islamico. La nuova minaccia dell'Isis all'Italia alimenta le preoccupazioni per la situazione in Libia, sempre più caotica. Il tema libico - assicura comunque il ministro degli Interni Angelino Alfano da Washington - è ormai al centro delle preoccupazioni della comunità internazionale: "Siamo stati in grado di trasformare la questione libica in una questione che sta al vertice dell'agenda mondiale".

Una "situazione esplosiva", l'ha definita Federica Mogherini, ministro degli Esteri della Ue. Mentre a New York, nella sede dell'Onu, si lavora incessantemente per trovare una soluzione alla crisi che infiamma la sponda sud del Mediterraneo, a Washington - dove i rappresentanti di 60 Paesi si sono confrontati sulle strategie anti-Isis - il segretario di Stato americano John Kerry si è incontrato per parlare di Libia proprio con la Mogherini e il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukri, alla presenza del numero uno dell'Onu Ban ki-Moon.

Soluzione diplomatica per la Libia - Proprio l'Egitto, intanto, ha presentato una bozza di risoluzione alle Nazioni Unite che prevede anche l'uso della forza militare in Libia se necessario. Un'opzione che al momento non sembra essere presa in considerazione, almeno stando alla discussione avvenuta in seno al Consiglio di sicurezza. Discussione che ha rafforzato il fronte dei sostenitori della via diplomatica. La priorità numero uno è quella di mettere insieme le varie fazioni che si confrontano in Libia in un contesto di unità nazionale contro le forze del terrore. Come emerso anche da una riunione a New York dell'Intenational Crisis Group sulla Libia composto da rappresentanti di Usa, Francia, Regno Unito, Italia, Germania, Spagna, Ue e Onu.

Intanto Obama ha rinnovato l'invito a rafforzare la coalizione mondiale che lotta contro l'estremismo. "Non è una guerra dell'Occidente contro l'Islam. Non è uno scontro tra civiltà. Questa è la grande menzogna dei terroristi che non parlano a nome di un miliardo di musulmani", ha detto Barack Obama all'evento organizzato nella capitale dalla Casa Bianca. Un intervento che vuole essere innanzitutto un appello alle comunità islamiche di tutto il mondo: "Dobbiamo essere uniti nel combattere la piaga del terrore, la violenza inspiegabile su bambini, donne e minoranze religiose" che niente hanno a che fare con l'Islam e la religione, ha affermato il presidente americano, non esitando a definire "genocidio" ciò che stanno portando avanti gli estremisti, dall'Isis ad al Qaida a Boko Haram.