JIHADISTI SEMPRE PIU' "POVERI"

Isis in crisi, calano del 30% le entrate dal petrolio e dalle tasse

I risultati del gruppo di ricerca Ihs. Gli estremisti sono stati costretti ad aumentare le tasse nei territori occupati

18 Apr 2016 - 10:24

L'Isis si scopre più "povero". Le entrate dello Stato Islamico, infatti, sia quelle derivante dal petrolio che dalle tasse, sono diminuite del 30% nell'ultimo anno, obbligando il gruppo estremista a introdurre nuovi tributi. "A metà 2015, il reddito medio mensile Isis era di circa 80 milioni di dollari - spiega Ludovico Carlino, ricercatore capo dell'Ihs, un istituto di ricerca - . Nel marzo 2016, il reddito medio mensile è crollato a 56 milioni".

Anche la produzione di greggio nelle aree controllate dagli jihadisti è scesa da 33.000 a 21.000 barili al giorno, in gran parte a causa dei raid aerei condotti dalla coalizione a guida Usa e dalla Russia. Ma l'Ihs avverte che la minore produzione di petrolio ha solo carattere contingente, dato che l'Isis è in grado di riparare le infrastrutture danneggiate.

Secondo il rapporto, circa il 50% dei redditi deriva dalle tasse e dalla confisca di aziende e proprietà, mentre il 43% deriva dal greggio. Il restante è frutto di traffico di droga e donazioni.

Negli ultimi 15 mesi l'Isis ha perso circa il 22% del suo territorio e governa su 6 milioni di persone invece di 9 milioni, quindi un parco contribuenti diminuito di un terzo.

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