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Gerusalemme, scontri fra attivisti palestinesi e polizia sulla Spianata

Gli agenti sono entrati nella Moschea di Al Aqsa dove si erano barricati diversi giovani intenzionati a impedire la celebrazione del digiuno

gerusalemme, scontri su spianata
-afp

Disordini sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, dove le forze di polizia israeliane hanno avuto l'ordine di entrare "per alcuni metri" nella Moschea di Al Aqsa per chiudere i portali dell'edificio all'interno del quale si erano barricati diversi giovani palestinesi intenzionati a impedire la celebrazione del digiuno.

Al loro ingresso, però, gli agenti sono stati accolti da sassaiole e botti. Sei palestinesi sono stati arrestati.

Gerusalemme, scontri fra attivisti palestinesi e polizia sulla Spianata

Fonti palestinesi spiegano che gli agenti hanno fatto ricorso a gas lacrimogeni e che finora si ha notizia di una decina di contusi. Secondo la polizia, gli attivisti palestinesi hanno improvvisato barricate alle porte di accesso della moschea al-Aqsa, allo scopo di avere libertà di spostamento fra il santuario e la adiacente Spianata delle Moschee. Quando gli agenti hanno cercato di rimuovere quelle barricate, sono stati accolti da nutriti lanci di pietre e da botti sparati ad altezza d'uomo.

Obiettivo degli attivisti palestinesi, riferisce la polizia, era di impedire le visite sulla Spianata che fedeli ebrei intendevano compiere oggi in occasione del digiuno del nono giorno del mese di Av: una solennità in ricordo dela distruzione del Tempio di Gerusalemme, che secondo la tradizione sorgeva sulla medesima Spianata. La scorsa notte decine di migliaia di fedeli hanno gremito la Spianata del Muro del Pianto e oggi le preghiere pubbliche proseguono.

Hamas: "Da Israele escalation pericolosa"

- Gli incidenti nella Spianata della Moschee rappresentano una "escalation pericolosa" da parte di Israele. Lo ha affermato a Gaza Sami Abu Zuhri, un portavoce di Hamas, esortando poi i fedeli islamici a mantenere la vigilanza per proteggere i propri Luoghi sacri. Da parte sua, il Capo dello Stato israeliano Reuven Rivlin ha denunciato "gli atti di violenza in un giorno per noi santo", ossia il digiuno per la distruzione del Tempio di Gerusalemme.