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Gb, adolescenti troppo tempo sui social: Londra pensa a porre un limite di ore

Lʼidea sarebbe quella di imporre un freno alle navigazioni online, nel tentativo di gestire il "west selvaggio" di internet

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Il governo britannico pensa a porre un limite di tempo all'uso dei social media da parte degli adolescenti.

Lo riferisce il ministro per la Digitalizzazione e la Cultura Matt Hancock al Times di Londra. L'idea sarebbe quella di imporre un limite di qualche ora alle navigazioni online, nel tentativo di gestire il "west selvaggio" di internet.

"C'è una sincera preoccupazione per il tempo speso dai giovani davanti allo schermo, e l'impatto negativo che potrebbe avere sulle loro vite", ha detto il ministero. "E' giusto pensare a cosa possiamo fare in questo ambito", ha aggiunto. Trentanove anni e tre figli, Hancock si è laureato ad Oxford ed ha votato "Remain" al referendum sulla Brexit. Ed è un grandissimo fan della tecnologia. Così tanto che ha inventato, unico ministro nella storia britannica, un'app personale attraverso la quale ogni giorno chatta con i suoi diecimila contatti.

Ma, uso personale a parte, per l'ex consigliere speciale di George Osborne, la politica ha la responsabilità di porre dei limiti all'abuso di internet. "La tecnologia usata nel modo giusto è una potentissima arma del bene, tuttavia i giganti del web hanno fallito e la politica deve assumersi le sue responsabilità". In che modo, ancora, non è chiarissimo. Intanto a partire da aprile, come in altri Paesi europei, anche in Gran Bretagna chi vuole accedere ad un sito porno dovrà dimostrare di avere 18 anni. Ma per il ministro occuparsi solo dei siti hard non è abbastanza. Il vero "nemico", soprattutto dei più giovani, sono i social media.

Con figli di 11, 9 e 4 anni che ancora non hanno accesso al web, Hancock intende dare una stretta molto più dura del semplice limite di età, peraltro già in vigore su alcuni social media e, spesso aggirato, da scaltri adolescenti. Allo studio del governo di Londra ci sono già alcune delle sue proposte, tra le quali una sorta di classificazione dei contenuti e un conseguente divieto in base all'età, come per i film, oppure un sistema di filtri sul modello del "parental control" delle tv a pagamento.

La misura forse più radicale è quella di un limite di tempo che i ragazzi possono trascorrere su social e internet. "Agli adulti non imporrei un timer, ma il tempo che gli adolescenti trascorrono connessi è una questione che preoccupa molto", spiega. In qualità di padre poi, ritiene giusto dare il buon esempio in famiglia. "Lo smartphone è stato inventato nel 2008, noi siamo la prima generazione di genitori che deve affrontare questo fenomeno". In attesa di nuovi leggi, Hancock e la moglie, si sono imposti una regola fondamentale: tornati a casa posano i loro smartphone in una scatola e li lasciano chiusi lì, in cucina, per tutta la sera.