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Filippine, sette milioni di fedeli alla messa conclusiva di Papa Francesco

"Piangiamo quando vediamo un bimbo abusato e usato da una società come schiavo?", si è chiesto Francesco abbracciando Jun, ex bambina di strada

papa francesco, manila
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Una folla di sette milioni di persone ha partecipato al "Grandstand Rizal Park" di Manila alla messa celebrata dal Papa, che ha concluso il suo viaggio nelle Filippine con una celebrazione sotto la pioggia. A migliaia sono rimasti sotto l'acqua ad attendere il Pontefice dalla notte.

Filippine, sette milioni di fedeli alla messa conclusiva di Papa Francesco

Il Papa: "Qualcuno piange per i bimbi abusati?" - Piangiamo quando vediamo "un bimbo senza casa, che soffre, abbandonato, abusato, usato da una società come schiavo?". Se lo è chiesto il Papa incontrando i giovani, e rilanciando la domanda di Jun, ex bimba di strada che aveva chiesto: "Perché Dio permette questo, e perché solo poche persone ci aiutano?".

"Tristemente - ha detto il Pontefice - ai giorni nostri tutte le famiglie hanno bisogno di protezione contro attacchi insidiosi e programmi contrari a ciò che abbiamo di vero e sacro, tutto ciò che è più bello e nobile nella nostra cultura". E via Twitter a ribadito il concetto: "In quanto cristiani, membri della famiglia di Dio, siamo chiamati ad andare verso i bisognosi e a servirli".

Padre Lombardi: "Una folla incredibile" - "Noi - ha commentato il responsabile della Sala stampa vaticana padre Federico Lombardi - non siamo capaci di quantificare, diciamo una folla incredibile, comunque senz'altro è il più largo incontro nella storia dei popoli, perché a Manila nel '95 c'erano circa 5 milioni di persone. Quindi - ha scherzato - la prossima volta per superare il record dobbiamo tornare a Manila, in ogni caso era un numero molto impressionate".

Il Papa ai giovani: "No a una psicologia da computer" - Con l'attuale sovrabbondanza di mezzi di informazione, il rischio è che i ragazzi accumulino informazioni diventando "un museo. Non ci servono giovani-museo ma giovani saggi", ha detto il Santo Padre davanti a 30mila ragazzi nel campus dell'Università Santo Tomas a Manila. Il Pontefice ha anche invitato a non avere una "psicologia da computer, che crede di sapere tutto: solo se ci lasciamo sorprendere possiamo amare e lasciarci amare".

"Oggi con tanti media - ha detto il Papa - siamo informati, iperinformati. E' male? No, è buono e può aiutare. Però c'è il reale pericolo di vivere accumulando informazioni: abbiamo molte informazioni, ma non sappiamo cosa farne, corriamo il rischio di diventare un museo di giovani che ha molte cose ma non non sa cosa farne. Non ci servono giovani museo ma giovani saggi. Mi potete chiedere: 'Padre, come si fa ad essere saggio?'. E' l'altra sfida, la sfida dell'amore. La materia più importante da apprendere all'università e nella vita? Imparare come amare, è questa la sfida, non solo accumulare informazioni, ma attraverso l'amore, che questa informazione sia feconda. Il Vangelo ci propone un cammino sereno, tranquillo".

Il Papa ha quindi parlato del creato, un "giardino meraviglioso", del quale "ci è stato "chiesto di prenderci cura"; noi però ne abbiamo "sfigurato la bellezza", e "attraverso il peccato l'uomo ha distrutto anche l'unità e la bellezza della famiglia umana, creando strutture sociali che perpetuano povertà, ignoranza e corruzione". E proprio per quanto riguarda la famiglia, "tristemente ai giorni nostri - ha proseguito Papa Francesco - tutte le famiglie hanno bisogno di protezione contro attacchi insidiosi e programmi contrari a ciò che abbiamo di vero e sacro, tutto ciò che è più bello e nobile nella nostra cultura". Un probabile attacco alla legge filippina sulla salute riproduttiva che, criticata dalla Chiesa locale, è stata sottoposta a giudizio della Corte suprema e approvata con modifiche.