Sembra farsi sempre più infondata l'ipotesi, nonostante una rivendicazione di un militante dello Stato Islamico, che si sia trattato di un attacco terroristico
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Trentotto persone sono state trovate senza vita al Resorts World Manila, dove giovedì un uomo armato ha fatto irruzione. Secondo quanto riportato da diversi media, compresa la Bbc, le vittime sarebbero rimaste soffocate dal fumo sprigionatosi dopo che l'attentatore ha dato fuoco ai tavoli del casinò. Pare essere esclusa la pista terroristica legata all'Isis. Nessuna delle vittime presenta ferite da arma da fuoco.
L'attacco è scattato verso l'1.30 di notte (le 19.30 di giovedì in Italia). Testimoni hanno detto inizialmente di aver visto almeno un uomo armato, mascherato e vestito di nero sparare e dare fuoco ai tavoli da gioco dei casinò del Resort World. Fra dipendenti, ospiti e visitatori del Resort, un grande complesso che incorpora quattro alberghi, casinò, ristoranti, bar, discoteche, cinema e teatri, si è immediatamente scatenato il panico. La gente ha iniziato a scappare in tutte le direzioni urlando e qualcuno si sarebbe anche lanciato dal secondo piano pur di fuggire.
Le immagini delle telecamere di sicurezza e l'ipotesi della rapina - Le immagini delle telecamere di sicurezza rivelano però uno scenario differente da quello di un attacco terroristico, come ipotizzato in un primo momento (e avvallato dalla rivendicazione giunta da un militante dello Stato islamico che avrebbe parlato di "lupi solitari"). Innanzitutto ad entrare in azione sarebbe stato un solo uomo e per il capo della polizia si tratterebbe infatti di un tentativo di rapina: l'uomo mascherato è ritratto dalle telecamere di sicurezza mentre ruba con le armi in mano delle fiches e mentre dà fuoco con della benzina ad alcuni tavoli da gioco. La gente intorno scappa e lui spara, ma "non fa del male a nessuno", mentre, ha spiegato la polizia, se fosse stato un terrorista, avrebbe sparato nel mucchio con l'intento di uccidere tutti.
La testimonianza di una ex ospite del resort - Stenta a credere a quanto successo Alessia Marina, 33 anni di Bolzano, raggiunta da Tgcom24. Con marito e due figlie piccole è stata ospite del resort per una notte a febbraio, durante un tour turistico delle Filippine. "A ogni ingresso ci sono metal detector, guardie private e controlli serrati", racconta a Tgcom24. "Avevamo bisogno di fare scalo per una notte a Manila e abbiamo scelto quell'hotel perché aveva lo shuttle di collegamento con l'aeroporto ed è vicinissimo allo scalo".
I controlli sono assidui, allo scalo aeroportuale come nella grande struttura del Resorts World Manila che comprende anche un centro commerciale e un casinò. "Ogni ingresso è presidiato, ma nonostante la presenza di tanta sicurezza non mi sentivo in apprensione: le guardie ai controlli - continua - erano sempre gentili e sorridenti". "Appena arrivati all'hotel - e ritorna ai ricordi a quella notte di febbraio - abbiamo superato la verifica dei metal detector e abbiamo dovuto mettere le valigie in un angolo per farle annusare da un cane. Alla nostra domanda se era per la droga ci hanno risposto che era un cane anti-esplosivo, ma sempre con la massima tranquillità e tutto si svolgeva senza allarmismi". "Alla luce di quanto successo capisco l'allerta di allora che era massima - conclude. - Cosa che non c'è nelle altre isole turistiche visitate".