FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Elezioni in Marocco, in lista l'imam che gioì per l'11 settembre

Il Paese al voto per rinnovare il Parlamento. Tra i 7 mila aspiranti deputati anche molti integralisti. Preoccupazione in Occidente

Il Marocco si prepara al voto del 7 ottobre per il rinnovo del Parlamento e tra i candidati spuntano predicatori islamisti condannati per terrorismo. E' quanto si osserva scorrendo le liste elettorali, che contano circa 7 mila aspiranti deputati.

Solo 395 di questi potranno sedere nella nuova Assemblea, contesa tra il Pjd, il partito religioso del premier uscente, Abdelilah Benkirane, e il Pam, l'opposizione liberal-socialista.

Fin qui è stata una campagna elettorale senza esclusione di colpi: dallo scandalo sessuale, che ha coinvolto due figure di spicco della spiritualità marocchina, fino alla presunta compravendita di voti attuata attraverso il regalo di montoni agli elettori, per l'annuale Festa del sacrificio.

Ma l'aspetto che preoccupa di più gli osservatori è la presenza, tra i candidati, di personaggi in odore di integralismo islamico e perfino di condannati per il reato di terrorismo. Tra questi spicca Abdelwaheb Rafiqi, alias Abou Hafs, il religioso che aveva benedetto l'attacco alle torri gemelle dell'11 settembre 2001, finito successivamente in carcare per gli attentati del 2003 a Casablanca, in cui morirono 45 persone. 

L'uomo è stato graziato da re Mohamed VI, evitando in questo modo i 30 anni di reclusione e ottenendo la possibilità di proporsi alle elezioni, tra le fila dell'Istiqlal: storico partito marocchino, fondato ai tempi della lotta per l'indipendenza dalla Francia, nel 1943.

Una situazione che desta preoccupazione, anche perché non si tratta di un caso isolato. Le legislative di Rabat saranno così sotto la lente d'osservazione dei paesi confinanti e delle cancellerie occidentali, preoccupate per la possibile e graduale radicalizzazione di un Paese tradizionalmente moderato.