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Consiglio Ue migranti,Italia e Francia: "Non possiamo abbandonare Atene"

Gentiloni: "Pericolose le iniziative unilaterali di alcuni Paesi". Parigi avverte gli Stati membri. Grecia: "Non saremo il Libano dʼEuropa"

Consiglio Ue migranti,Italia e Francia:
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"L'Italia considera pericolose le iniziative unilaterali in tema di immigrazione e non condivide le posizioni che mirano ad attribuire a un singolo Paese, come la Grecia, la responsabilità di far fronte alla crisi migratoria".

Lo dice il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni nel giorno del vertice al consiglio Interni Ue in cui si parlerà del problema migranti.

Gentiloni ne ha parlato telefonicamente con il suo omologo greco Nikos Kotzias. "L'impegno di tutti è necessario - ha ribadito - ma le soluzioni efficaci non possono che essere adottate nell'ambito di un impegno europeo solidale e ampiamente condiviso".

Grecia: "Non saremo il Libano d'Europa" -
Alla riunione dei ministri sono emerse forti tensioni in seguito all'adozione unilaterale di misure sull'immigrazione da parte di Austria, Belgio, Ungheria. E il ministro greco dell'Immigrazione, Ioannis Mouzalas, ha precisato che anche Atene "potrà adottare misure unilaterali" perché non "accetterà di trasformarsi nel Libano d'Europa, o in un magazzino d'anime nonostante i maggiori finanziamenti". Parole che sono la conseguenza del rinforzo delle frontiere e di un limite sull'ingresso di migranti da parte appunto dell'Austria, e alla reintroduzione dei controlli temporanei alle frontiere tra Belgio e Francia, dopo lo smantellamento dell'accampamento di Calais, la cosiddetta "giungla". Dall'Ungheria è arrivata invece la notizia di un referendum sul ricollocamento dei richiedenti asilo sul territorio europeo.

Francia: non si metta in difficoltà Grecia
- D'altra parte, però, sono arrivate anche manifestazioni di sostegno importanti nei confronti di Atene. "Non vogliamo fare politiche che mettano in difficoltà la Grecia. Pensiamo che si debba insistere con le decisioni europee che sono state già prese" con "umanità e responsabilità": così ha detto il ministro dell'Interno francese Bernard Cazeneuve al suo arrivo al consiglio Interni Ue. E ha anche definito "strana" la decisione del Belgio di ripristinare i controlli alla frontiera con la Francia, per fronteggiare eventuali movimenti di migranti provenienti da Calais. "Questa decisione per noi è strana e le sue motivazioni lo sono altrettanto", ha detto Cazeneuve di fronte ai giornalisti.

Alfano: con i muri si generano solo illusioni - "Speriamo che la questione con Vienna si superi anche perché con i muri si generano solo illusioni": lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano al suo arrivo al consiglio Ue, insistendo sulla necessità di andare avanti con le decisioni già prese dall'Europa. "Il Paese che mette il muro per un momento supera il problema, ma alla fine il sistema collasserà ed il problema investirà da capo tutti. Meglio pensarci prima - dice - ed organizzare il sistema dei ricollocamenti".

Berlino stima 3,5 milioni di profughi entro 2020 - Il governo tedesco si aspetta un totale di 3,5 milioni di profughi entro il 2020. Lo rivela la Sueddeutsche Zeitung, citando previsioni del ministero dell'Economia. Il governo conta che dal 2016 al 2020 entreranno in Germania in media 500.000 profughi all'anno, sebbene i numeri potrebbero di anno in anno oscillare, che si aggiungerebbero al milione e 100mila arrivato nel 2015. Il ministero dell'Economia, pur confermando le rivelazioni del quotidiano, fa notare che si tratta "di un'ipotesi puramente tecnica" elaborata per una discussione all'interno dei diversi dipartimenti del governo e che, non essendo al momento possibile una stima seria, il governo si astiene da previsioni ufficiali.

Grecia richiama ambasciatore a Vienna - La Grecia ha deciso di richiamare il proprio ambasciatore a Vienna, Chrysoula Aleiferi, in seguito al vertice Austria-Balcani sui migranti. Lo rende noto un comunicato del ministero degli Esteri ellenico, per il quale le consultazioni con l'ambasciatore hanno "il fine di preservare le relazioni amichevoli tra i popoli e gli Stati di Grecia ed Austria".