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India, il tribunale speciale per i marò non potrà condannarli a morte

La Corte costituita "ad hoc" dovrà esaminare anche la questione della giurisdizione. Il governatore del Kerala: " Dai due marò un comportamento criminale"

Ansa

Oommen Chandy, governatore del Kerala, attacca i due marò italiani accusati di avere ucciso due pescatori al largo delle coste dello Stato indiano, replicando così ad alcuni rilievi formulati sulla vicenda dal sottosegretario agli Esteri italiano Staffan de Mistura. "Non sono stati vittime degli eventi politici in corso all'epoca nel Kerala e dell'emozione - ha detto nel corso di un'intervista a una tv indiana -, ma del loro criminale comportamento".

Il governatore del Kerala ha quindi insistito che Latorre e Girone hanno commesso un reato e sono implicati nell'assassinio di due innocenti. Per quanto riguarda la giurisdizione sul caso, Chandy ha rifiutato qualsiasi possibilità che la giurisdizione sia italiana. "Il processo deve celebrarsi in India perché loro hanno ucciso due pescatori indiani su una imbarcazione indiana - ha affermato -. Per questo non vi è alcuna ragione che sia l'Italia a giudicarli".

Nominato un tribunale speciale - L'Alta Corte di New Delhi ha designato il giudice Amit Bansal quale responsabile del tribunale speciale ad hoc che dovrà esaminare la vicenda e la questione della giurisdizione italiana o indiana. Lo hanno reso noto fonti giudiziarie locali. Bansal è il magistrato capo della Corte metropolitana di New Delhi (Cmm) che ha sede nella Patiala House Court della capitale indiana. L'ordinamento giuridico indiano prevede che l'Alta Corte di Delhi, d'accordo con il governo possa creare tribunali 'ad hoc' su questioni specifiche che si riuniscono al livello del secondo grado della giustizia penale. I tribunali della Corte metropolitana di New Delhi operano sotto la supervisione della 'Session Court' a cui è indirizzabile un eventuale appello dopo la sentenza.

Giudici non possono condannare a morte - Il tribunale che sarà costituito a New Delhi non ha nei suoi poteri la possibilità di condannare a morte un imputato. E' quanto emerge dalla sezione 29 del Codice di procedura penale indiano. In particolare, il primo comma della sezione specifica che "il tribunale di un magistrato capo giudiziario (a cui equivale quella di un magistrato capo metropolitano) può dettare qualsiasi sentenza autorizzata dalla legge, eccetto quelle che prevedano la pena di morte o l'ergastolo, fino ad un massimo di sette anni di carcere".

De Mistura: "Incontro importante" - L'incontro con il ministro degli Esteri indiano, Salman Khurshid, è stato molto importante". Lo ha assicurato al termine del colloquio a New Delhi il sottosegretario agli Esteri, Staffan de Mistura. "Ci siamo parlati - ha sottolineato - per un'ora e un quarto".

Pene fino a un massimo di 7 anni - Il tribunale ad hoc costituito a New Delhi non potrà infliggere una pena superiore ai sette anni. Lo si evince dal fatto che il magistrato che lo presiederà è un "magistrato capo metropolitano" che in base al primo comma della sezione 29 del Codice di procedura penale indiano può appunto infliggere pene fino a sette anni.

Berlusconi: "Per Monti pessima figura, lasci il Senato" - "Monti ha fatto una figura vergognosa con la vicenda dei Marò. Ha sbagliato tutto. Hanno fatto tutto di testa loro, non ci hanno chiesto niente, si devono dimettere in gruppo, cacciamo Monti dal Senato, è senatore a vita immeritatamente. Si dimetta". Lo afferma Silvio Berlusconi.