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Corea, maxi sequestro di pillole cinesi a base di resti di feti umani

Il commercio illegale di questi farmaci passepartout, utilizzati per curare molte malattie e per aumentare il vigore sessuale, è stato bloccato dalle autorità sudcoreane

Ap/Lapresse

Pillole a base di resti umani, di feti abortiti o nati morti.

Questo è quello che hanno trovato gli agenti della dogana Sud coreana al confine con la Cina. Queste pasticche, di produzione cinese, erano utilizzate come farmaci "passepartout" per curare qualsiasi malattia e soprattutto per aumentare il vigore sessuale dei pazienti. Il Daily Mail, che già dall'agosto scorso aveva denunciato l'orrore del commercio illegale di queste pastiglie, riferisce che sono state sequestrate oltre 17mila capsule.

Come finiscono resti di feti in questi farmaci? Secondo le indagini degli inquirenti in molti ospedali cinesi medici e infermieri corrotti informano le aziende farmaceutiche ogni qualvolta una donna abortisce o partorisce un feto morto. Da qui inizia la carambola che porta alla compravendita dei corpicini, che inizialmente vengono conservati in normali frigoriferi domestici in attesa di essere consegnati alle cliniche e ai laboratori dove poi verranno messi in speciali microonde per essiccare la pelle, successivamente liofilizzata.


Una volta avvenuto il processo di liofilizzazione la polvere viene trasformata in compresse e mescolata con altre sostanze chimiche e vegetali, per tentare di nascondere il componente ai controlli effettuati dalle autorità sanitarie.


Secondo quanto riporta il San Francisco Times, i test condotti sulle pastiglie sequestrate rivelano che esse sono composte al 99,7% di resti umani.