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Protesi seno francesi, lo scandalo si allarga
Il ministero della Sanità: "Meglio rimuoverle"

"Solo a titolo preventivo". LʼInterpol emette un mandato dʼarresto per il fondatore della società

Ap/Lapresse

Il governo francese ha raccomandato "a titolo preventivo" e "senza carattere d'urgenza", che la rimozione delle protesi mammarie di marca Pip sia raccomandata alle donne che le hanno impiantate, "anche in assenza di segni di deterioramento".

Lo ha detto il ministro della sanità, Xavier Bertrand. Si tratta di protesi fabbricate con un gel al silicone non conforme alle norme sanitarie, con un'alta probabilità di rottura dell'involucro.

Altro che rischio minimo insomma. E anche se il parere scientifico consegnato ieri sera al governo francese evidenzia che non c'è "rischio aumentato di cancro" nelle donne con protesi mammarie di marca Pip, resta più di u n dubbio che la questione sia tutt'altro che trranquilla. Stride non poco che quello stesso ministero della sanità che tranquillizzava l'opinione pubblica europea, ora consigli la rimozione delle protesi "a rischio".

Intanto si allarga lo scandalo: la società francese produttrice Pip ha rivelato di averne venduto fino a 400.000 in tutto il mondo "Non si tratta di una questione esclusivamente francese. Potrebbero essere tra 300.000 e 400.000 potenziali vittime nel mondo", ha dichiarato Alexandra Blachere, a capo della donne che hanno subito l'intervento con le protesi Pip. Oltre a Francia, Gran Bretagna, Italia e Spagna, risultano casi di protesi a rischio in Venezuela e Brasile

Mandato di cattura per il fondatore di Pip
L'Interpol ha chiesto l'arresto di Jean Claude Mas, il fondatore della società Pip responsabile delle protesi in silicone al seno considerate a rischio. L'avviso di ricerca internazionale contro l'uomo è comparso anche sul sito dell'agenzia. La decisione arriva a poche ore dal comunicato con il quale il governo francese consigliava alle donne l'espianto "cautelativo" della protesi.