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Gli Stati Uniti sull'orlo del baratro, ma l'accordo sul debito sembra essere stato raggiunto

Obama potrà spendere solo quello che riesce a risparmiare dal bilancio. In serata il voto al Senato

Getty

Un accordo preliminare sull'aumento del tetto del debito sarebbe stato raggiunto.

Lo riporta la stampa americana citando alcune fonti, secondo le quali l'accordo, non ancora definitivo, prevedrebbe un aumento del tetto del debito fino a 2.800 miliardi di dollari e tagli alle spese leggermente superiori. Al Senato affossato il piano Reid per facilitare un nuovo piano bipartisan.

L'intesa di massima
L'aumento del debito avverrebbe in due fasi, la prima da 1.000 miliardi di dollari immediata. Una commissione dovrebbe poi raccomandare, entro il Giorno del Ringraziamento, ulteriori tagli fino a 1.800 miliardi di dollari per un secondo aumento del tetto del debito in grado di coprire i bisogni finanziari del paese fino a dopo le elezioni: se il Congresso non approverà i tagli entro la fine di dicembre scatteranno tagli automatici alla spese anche. Al Congresso sarebbe richiesto di votare un emendamento alla Costituzione per un budget bilanciato ma l'approvazione non è necessaria.

Accordo per affossare il piano Reid in Senato
Il piano originario del capo della maggioranza democratica al Senato, Harry Reid, per innalzare il tetto del debito Usa, non e' passato. La Camera alta del Congresso lo ha approvato con 50 voti a favore e 49 contrari ma ne servivano 60. Lo stesso Reid ha votato contro per aprire all'intesa bipartisan su cui si sta trattando nelle ultime ore che prevede un innalzamento del limite da 2.800 miliardi in due fasi, come chiesto dai repubblicani: la prima da mille miliardi immediata e riguardante tutti i settori dell'Amministrazione. Ulteriori tagli da 1.800 dollari dovrebbero invece essere decisi da una commissione entro il giorno del Ringraziamento e dovrebbero servire a coprire le necessita' del bilancio federale fino a dopo le elezioni presidenziali del 6 novembre 2012.

Terminato il braccio di ferro con Obama?
Dopo giorni di virtuale silenzio, sono ripresi i contatti fra Obama e i leader dell'opposizione, lasciando intravedere che i negoziati su un accordo sull'aumento del tetto del debito, a due giorni dal possibile default, sono finalmente decollate dopo le prove di forza di repubblicani e democratici che hanno fatto naufragare i rispettivi piani sulla riduzione del deficit e del debito spaccando il Congresso, ancora nell'impasse. "Un accordo ci sarà il prima possibile" ha affermato lo speaker della camera, John Boehner, sottolineando che i repubblicani sono "seriamente" seduti al tavolo per trattare con il presidente Barack Obama, con il quale ha avuto nelle ultime ore contatti telefonici.

La paura dei mercati accelera l'intesa
La svolta nelle ultime 24 ore: la Camera aveva approvato il piano Boehner e il Senato democratico, mostrando i muscoli, lo ha respinto due ore dopo, iniziando a premere per il piano Reid. Ancora prima del pronunciamento del Senato, la camera con un voto simbolico ha respinto il piano Reid, inviando un chiaro segnale di forza e ritrovata compattezza dei repubblicani dopo le difficoltà degli ultimi giorni. Obama è stato l'intera giornata alla Casa Bianca, nessun appuntamento ufficiale previsto per cercare di sciogliere il nodo del debito prima dell'apertura dei mercati di lunedì. Ed è questo lo spettro più imminente da scacciare: arrivare lunedì alla prova dei mercati senza avere un accordo sul debito.