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California, una strage "annunciata"

Polemiche negli Usa: la polizia era stata nella casa del killer e il giovane omicida soffriva della sindrome di Asperger

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Una strage annunciata: è questa la verità che emerge sulla carneficina compiuta venerdì sera da Elliot Rodger, il ventiduenne che a Isla Vista, cittadina universitaria della California, ha ucciso sei persone e ne ha ferite altre 13.

Si scopre ora, infatti, che la polizia era stata nella sua abitazione, allertata sullo stato di salute mentale del ragazzo. Ma le tre pistole usate per la sparatoria non furono trovate.

I motivi della ferocia di Elliot sono tutti in un agghiacciante video in cui il giovane afferma di odiare tutte le ragazze che negli anni al campus dell'Università di Santa Barbara lo hanno respinto, annunciando di volersi vendicare per essere ancora "vergine". Un video 'selfie' postato su Youtube il giorno prima della strage, in cui Rodger è nella sua Bmw nera, quella che ha seminato il terrore per le strade di Isla Vista e dove, al termine di un inseguimento con la polizia, è stato trovato morto, forse suicida.

Il bilancio della sua follia è pesantissimo. Tre uomini - probabilmente studenti, ma non è ancora chiaro - sono stati trovati morti nella sua abitazione, uccisi a pugnalate. Altre tre vittime sono invece state ammazzate a colpi di pistola: due ragazze - una di 19 e una di 22 anni - sul marciapiede davanti a un'associazione universitaria femminile e un ragazzo all'interno di un piccolo negozio mentre faceva la spesa.

Man mano che vengono diffusi i dettagli sulla vicenda e sulla personalità del giovane killer, le responsabilità dei servizi sociali, della polizia e di coloro che avrebbero potuto prevenire l'ennesimo omicidio di massa appaiono chiare. Elliot - figlio di Peter Rodger, regista di Hollywood che ha anche partecipato alla realizzazione del film "The Hunger Games" - soffriva di una forma di autismo conosciuta come Sindrome di Asperger: la stessa di Adam Lanza, il ventenne autore della strage della scuola elementare Sandy Hook di Newtown, in Connecticut, dove persero la vita 20 bambini. E disturbi mentali avevano anche James Holmes, il 26/enne che in un cinema di Aurora, in Colorado, ha ucciso 12 persone, e il 19/enne Darion Marcus Aguilar, che ha ammazzato due persone in un mall nei pressi di Washington.

Tutti in possesso di armi da fuoco micidiali. Una sequenza impressionante che non può non sollevare degli interrogativi. Elliot era seguito da specialisti. E ora emerge che i servizi sociali e la polizia erano stati allertati sullo stato di salute del ragazzo, anche dai genitori. Così il 30 aprile scorso alcuni agenti andarono nel suo appartamento per assicurarsi che non rappresentasse un pericolo per gli altri e per se stesso.

"Era un giovane timido ed educato", dicono ora alla polizia per giustificare il fatto che non fu stilato neanche un rapporto e che non fu compiuta alcuna perquisizione. "Se avessero perquisito - scrive lo stesso Elliot in un manifesto di 140 pagine trovato a casa sua - sarebbe stata la fine: avrebbero trovato le tre pistole semiautomatiche legalmente detenute e i tre supercaricatori da 10 pallottole l'uno usati per la strage.

C'è, infine, un altro aspetto inquietante della vicenda. Nel 2001, sempre a Isla Vista, si verificò un caso molto simile: il diciottenne David Attias, anche lui figlio di un regista di Hollywood e anche lui affetto da disturbi mentali, sparò contro cinque persone in un auto uccidendone quattro.