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#MeTwo, la campagna lanciata in Germania dagli immigrati: "Basta razzismo"

Il caso del calciatore Özil, criticato dai tifosi per alcune foto con Erdogan, ha riaperto il dibattito sullʼintegrazione nel Paese

#MeTwo, la campagna lanciata in Germania dagli immigrati:
Twitter

Un militante antirazzista 25enne, Ali Can, ha lanciato una campagna che coinvolge migliaia di tedeschi immigrati, di prima o seconda generazione: #MeTwo, dove "two" sta per "due culture".

Sulla scia del movimento Metoo e dopo la polemica sul calciatore tedesco di origine turca Mesut Özil, criticato per essersi fatto immortalare in alcune foto con Recep Tayyip Erdogan, i giovani in questione hanno deciso di postare sui social network le loro storie di matrice razzista nel quotidiano. In poco tempo, l'hashtag è salito in testa alle tendenze di Twitter in Germania. La vicenda ha riaperto il dibattito sull'integrazione nel Paese.

La parola #MeTwo fa riferimento ai due cuori, "uno tedesco e uno turco", che Özil ha rivendicato di portare "nel petto". La star dell'Arsenal ha lasciato la nazionale dopo il mondiale, dicendosi vittima di razzismo anche all'interno della federazione di calcio da dopo il suo controverso incontro con il presidente turco Erdogan a maggio. Al calciatore veniva contestato il fatto di mancare di patriottismo. "Se vinciamo sono tedesco, se perdiamo sono un immigrato", ha detto.

#MeTwo è una campagna "contro la discriminazione delle minoranze, a partire dal quale si dovrebbe alimentare un dibattito costruttivo", ha spiegato al settimanale Der Spiegel Ali Can. Quest'ultimo, di origine turca e arrivato in Germania nel 1995, ha lanciato la campagna su Internet ed esortato i tedeschi a testimoniare in massa.

A 24 ore dal lancio, migliaia di tedeschi di origini polacche, turche o anche vietnamite hanno accolto l'invito e testimoniato. "Sei bene integrata per essere una turca", "Quando i miei professori mi hanno chiesto se i miei genitori mi avrebbero fatto sposare a 16 anni" e la domanda "Da dove vieni?" sono alcuni dei titoli di alcune delle testimonianze postate in rete. Tante le storie: da una giornalista di Deutsche Welle, alla quale i professori chiedevano per quante mucche e capre i genitori l'avrebbero data in matrimonio, fino a Miriam, la migliore del suo corso, a cui un'insegnante aveva consigliato l'istituto magistrale al posto del più prestigioso ginnasio dicendole: "Così puoi stare con quelli come te". E ancora storie di ordinaria quotidianità, come quella di Abdelkarim al supermercato: "Dico al signore dietro di me: ‘Prego, faccia prima lei'. ‘No – mi risponde – meglio dietro, così ti controllo", o di Duhi B in visita per la prima volta dai suoceri: "La mamma della mia fidanzata disse: 'Per essere uno straniero, è incredibilente educato'". Anche il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas (Spd) ha utilizzato questo hashtag per consigliare coloro "che pensano che il razzismo in Germania non sia più un problema" di leggere questa ondata di testimonianze "impressionanti e dolorose".