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Rinnovabili, Ue: Italia ai primi posti per il taglio dei combustibili fossili

Lo rivela un rapporto dellʼAgenzia europea dellʼambiente: il consumo di energia pulita è aumentato dal 14,3% del 2012 al 15,2% del 2014

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-afp

Grazie alla diffusione sempre maggiore delle energie rinnovabili, l'Unione europea è riuscita a tagliare l'uso di combustibili fossili, in primis carbone e gas. I risultati migliori, sia in termini assoluti che di emissioni di gas serra, sono stati raggiunti dall'Italia, assieme a Germania e Spagna. E' quanto rileva l'ultimo rapporto dell'Aea (Agenzia europea dell'ambiente), che registra l'aumento del consumo di energia pulita nell'Ue dal 14,3% del 2012 al 15,2% del 2014.

Secondo l'Aea il maggiore uso di energie pulite, rispetto al livello di consumi nel 2005, ha consentito all'Ue di tagliare la sua domanda di combustibili fossili di 110 milioni di tep (tonnellate equivalenti di petrolio) nel 2013, cioè circa un decimo di tutti quelli impiegati in Europa. Nel 2014 lo stesso tipo di "risparmio" è arrivato a quota 114 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio.

Carbone e gas - Il combustibile più "sostituito" nell'Ue fra 2013 e 2014 è stato il carbone (circa il 45% di tutti i carburanti fossili risparmiati), seguito dal gas naturale (circa il 29% di tutti i carburanti fossili evitati).

Missione non ancora compiuta - L'Aea tiene comunque alto il livello di allarme: circa tre quarti del consumo interno lordo di energia continua ad arrivare da fonti fossili. "Rimane ancora molto da fare per ottenere la trasformazione prevista del settore energetico", specie in vista del taglio di CO2 al 2050, fissato fra l'80% e il 95% rispetto al 1990.