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Italia, Ue: dal 2016 multe salate per depurazione acque e fogne inadeguate

Secondo Mauro Grassi, responsabili di #italiasicura a Palazzo Chigi, "gli investimenti per il settore idrico stentano a decollare"

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Nel 2016 l'Italia comincerà a pagare "salate sanzioni" all'Europa per i "gravi ritardi nel rispetto della direttiva Ue che prevede da oltre dieci anni la messa a norma dei sistemi fognari e depurativi". A dirlo è Mauro Grassi, responsabile della Struttura di Palazzo Chigi #italiasicura che si occupa di sviluppo delle infrastrutture idriche e di dissesto idrogeologico. "Gli investimenti necessari stentano a decollare - ha aggiunto -, occorrono sia aumenti tariffari sia l'attuazione della normativa sulla governance del settore idrico".

Il governo, ricorda Grassi, "è intervenuto con lo Sblocca Italia per risolvere il problema strutturale prevedendo di ricorrere all'azione dei commissari di governo per accelerare l'attuazione degli interventi, già completamente finanziati, necessari a superare le procedure di infrazione". Una scelta, ha proseguito il responsabile di #italiasicura, "che ha un impatto considerevole soprattutto sugli interventi da 1,6 miliardi di euro stanziati per superare le infrazioni europee, di cui 1,1 miliardi di euro solo per la Sicilia".

Aumenti tariffati e commissari di governo - Ad oggi, sottolinea Grassi, "sono stati nominati commissari governativi per la realizzazione di fognature e impianti per la depurazione nelle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Sicilia". Nei prossimi mesi sono previsti altri interventi nelle zone a rischio di sanzioni europee. Sull'aumento tariffario, Grassi ha spiegato che "l'obiettivo è raggiungere livelli di investimento nel sistema idrico simile agli altri paesi europei, e passare dagli attuali 36 euro per abitante ad almeno 50 euro/abitante".

Obiettivo: riforma governance settore idrico - La possibilità di incappare in sanzioni comunitarie è maggiore per quelle Regioni che non hanno ancora attuato la riforma della governance del settore idrico. Serve invece "un gestore efficiente, organizzato e capace di realizzare economie di scala", altrimenti "le risorse potrebbero essere disperse in interventi troppo frammentati".