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Gufi e pipistrelli in aiuto ai bambini africani

I rapaci mangiano i topi e i mammiferi combattono la malaria cibandosi di zanzare

Jonathan Haw, biologo sudafricano con la passione dei rapaci, è riuscito a ripristinare un anello dell'ecosistema nelle township di Johannesburg, aiutando anche i ragazzini che morivano per l'uso massiccio di veleno per roditori.
Nel 2000 ha dato vita al progetto Un gufo in aiuto dei bambini in Africa. “Nelle zone più povere della città venivano usati topicidi altamente tossici - racconta Haw a TgCom24 - Proibiti in tutto il mondo tranne che in Africa. La situazione era ingestibile: i topi non diminuivano e i bimbi continuavano a morire”.
Il biologo alleva piccoli gufi abbandonati e li porta nelle township. “Ho pensato che lì sarebbero stati utili, visto che si cibano di topi”.
Poco dopo comincia una campagna di sensibilizzazione nelle scuole. “Per la cultura animista sudafricana il gufo è un animale negativo, foriero di sventura e legato alla magia nera. C'è molta diffidenza nei suoi confronti”.
Con i bambini, però, Haw trova subito terreno fertile: i piccoli abitanti delle township non conoscono la natura, vivono in periferie urbane degradate e gli unici animali con cui hanno a che fare sono i cani e i gatti randagi. Per loro poter allevare e nutrire i gufi è un'esperienza unica.
In 12 anni circa 40 scuole hanno partecipato al progetto. Trovare finanziamenti, soprattutto pubblici, non è cosa facile, ma alcune aziende importanti, anche multinazionali, hanno fornito il legno per le casette che ospitano i gufi, costruite da studenti delle scuole tecniche e carcerati.

Dopo il successo dell'iniziativa sudafricana, Haw ne ha avviata una simile anche in Mozambico. Si chiama Bat Houses e, anziché i gufi, “arruola” i pipistrelli. I chirotteri, nome scientifico, si cibano di zanzare, alleviano il fastidio dato dagli insetti e aiutano sconfiggere una malattia letale come la malaria, che in questa zona dell'Africa è una vera e propria piaga sociale.
Il successo delle casette per pipistrelli, rigorosamente in legno riciclato, non si ferma in Africa, ma da anni è uno dei metodi più usati per la lotta estiva alle zanzare anche in Italia, soprattutto nelle zone della Pianura Padana.
Due iniziative economiche e ecosostenibili che stanno facendo scuola. “Sono contento di aver avuto una buona intuizione -racconta Haw- ma la soddisfazione più grande è il sorriso dei miei bambini. Sarà banale, ma è proprio così.”