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Artico, "imbiancare" il mare contro lo scioglimento dei ghiacci

Eʼ la soluzione proposta da numerosi esperti: creare una superficie chiara in grado di riflettere i raggi solari, limitandone lʼassorbimento

Artico,
-afp

Imbiancare artificialmente il Mar Glaciale Artico per contrastare lo scioglimento dei ghiacci.

E' la soluzione proposta da alcuni scienziati americani per far fronte all'emergenza della scomparsa delle calotte e del permafrost, lo strato perennemente congelato dell'Artide che imprigiona grandi quantità di metano. L'idea è quella di creare una superficie chiara che rifletta i raggi solari limitandone l'assorbimento e favorendo così la formazione di ghiaccio.

Funzionerà davvero? - Sull'efficacia di questa misura, tuttavia, alcuni esperti stanno nutrendo seri dubbi. Uno studio pubblicato dal Carnegie Institution of Science, un'organizzazione privata no profit con sede a Washington, ha simulato gli effetti dell'imbiancamento del mare in un mondo che registra quattro volte la concentrazione di CO2 rispetto all'epoca preindustriale e in un Artico che è più caldo di 10 gradi.

Stando all'analisi, per ogni chilometro quadrato imbiancato si recupererebbero tre quarti di chilometro quadrato di ghiaccio, anche se ciò "non si tradurrebbe in un sostanziale raffreddamento" in grado di mantenere il permafrost. "Imbiancare la superficie del Mar Glaciale Artico - fanno sapere gli scienziati - non sarebbe uno strumento efficace per compensare gli effetti dei cambiamenti climatici provocati dalle emissioni di gas serra". Inoltre "ridurre la luce solare a disposizione dell'ecosistema marino potrebbe avere conseguenze negative enormi".

Sos ambientale - Se rilasciato nell'atmosfera, il metano imprigionato nello strato di permafrost provocherebbe un ulteriore aumento delle temperature. Per far fronte all'emergenza, alcuni esperti guardano alla geoingegneria per raffreddare l'estremo nord del pianeta. La progressiva diminuzione dei ghiacci del Polo Nord ha coinvolto in particolare quelli perenni, considerati i più importanti per il clima terrestre per tre ragioni: perché contribuiscono al mantenimento della temperatura della Terra operando una rifrazione dei raggi solari, "ripuliscono" l'atmosfera da gas nocivi come il metano e innescano il moto delle correnti marine.

In soccorso dei ghiacci - Le ipotesi in campo sono diverse. Lo scienziato britannico Stephen Salter già nel 2008 propose l'idea di navi "spruzzanuvole", che durante la navigazione spruzzano acqua nebulizzata nelle nuvole in modo da renderle più chiare e brillanti, quindi più riflettenti. Alcuni anni dopo, avendo valutato che non ci fosse più tempo per costruire le navi salva-Artico, Salter sostenne la creazione di torri con il medesimo processo di nebulizzazione, da piazzare nelle isole Faroe per sbiancare le nuvole. L'alternativa, proposta da altri scienziati, è imbiancare direttamente la superficie del mare, per mezzo di chicchi o microbolle galleggianti.

La soluzione: tagliare le emissioni - La via maestra, in definitiva, sembra essere quella di abbattere le emissioni, con le speranze legate alla conferenza Onu sul clima di Parigi in programma a fine anno. "Dalla metà di questo secolo il Mar Glaciale Artico per una parte dell'anno sara' senza ghiaccio" causando "problemi ecologici come la perdita di biodiversita'", avvertono i ricercatori del Carnegie Institution of Science. E le ripercussioni non saranno solo locali: "lo scioglimento del ghiaccio artico può avere impatti sul quadro meteorologico di Europa, Nord America e buona parte dell'Asia".