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Turismo, una miniera di lavoroI numeri e le storie di chi riparte da un B&B

L'Italia è il paese con più siti patrimonio dell'Umanità ma è solo al quinto posto per numero di viaggiatori. Colpa del gap linguistico e del ritardo digitale degli operatori di settore

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tgcom24

“Da quando il turismo è diventato social c'è stata un'impennata nelle prenotazioni di camere. Catania non è nelle guide ma attraverso il tam tam in rete è diventata una mèta ambita”. A raccontare il trend che sta toccando il capoluogo etneo è Roberto Nicotra, 33enne con una laurea in Economia e gestione delle imprese turistiche che tre anni fa ha deciso di aprire il Bed and Breakfast Gioeni.

“Niente contributi europei o prestiti bancari, l'aiuto per partire me lo ha 'concesso' mia madre. Avevamo una villa nel cuore della città e abbiamo deciso di ristrutturare alcune camere da adibire a B&B, ma la mia più grande soddisfazione è stata quella di riuscire a coprirel'investimento iniziale nel giro di due anni”.

I volumi di prenotazioni sono contenuti causa il ridotto numero di stanze, ma abbastanza costanti. “A luglio e ad agosto - spiega Roberto a Tgcom24 - si registra il picco ma per fortuna a Catania si lavora tutto l'anno. Il 20% circa dei nostri ospiti sono stranieri - francesi, olandesi e americani soprattutto, - il resto è costituito da italiani che si muovono per piacere o per motivi sanitari, formazione, business. Un altro momento di pienone è Sant'Agata, la scenografica festa patronale del 5 febbraio".

Turismo, una miniera di lavoroI numeri e le storie di chi riparte da un B&B

Roberto Nicotra ha avuto l'intuizione di promuovere il suo B&B attraverso la Rete ed è riuscito così a valorizzare la propria città e creare un'attività sostenibile: “Quasi sempre i turisti che ospitiamo arrivano a Catania e non sanno quanto sia grande e ricca la città. Se non fosse per i siti come Tripadvisor che raccolgono commenti e consigli degli utenti, sarebbe poco conosciuta”.

In un contesto poco promosso a livello sistemico, ammette che la fortuna è stata quella di padroneggiare il web e l'inglese, due skill che secondo i report di settore mancano agli addetti del turismo: nel 2011 solo il 5,8% dei dipendenti di alberghi e ristoranti risultava in possesso di una laurea rispetto a una media europea del 13,4%.

Al contrario di tanti colleghi che operano nella ricettività senza padroneggiare bene gli strumenti del marketing online, Roberto ha puntato molto sulla Rete, vetrina per attirare le prenotazioni ma pure per alimentare la reputazione di un'attività piccola: “I commenti ci premiano perché valorizzano quei servizi che noi offriamo in più rispetto ai tradizionali alberghi. Chi prenota una camera in un B&B si aspetta un rapporto diretto con il proprietario che può offrire la chiave di lettura della città, i consigli pratici su come muoversi e cosa vedere evitando le fregature”.

Un settore florido ma ancora da sviluppare - Quello di Roberto è uno dei 124.200 esercizi complementari che accolgono i visitatori accanto a 33.300 strutture alberghiere tradizionali. Un totale di oltre 150mila esercizi che hanno superato il momento di crisi. Secondo il sondaggio "Work in Tourism” realizzato da ManPower Group su un campione di 700 aziende (400 italiane e 300 estere equamente suddivise nei tre comparti Trasporti, Strutture ricettive/Ospitalità e Servizi turistici) il 47% delle aziende del settore assumerà nel corso di quest'anno e ben il 68% ha assunto nel 2014, allineandosi all'andamento generale delle aziende estere.

Impiegando in maniera diretta e indiretta 2,5 milioni di italiani, quello dei viaggi e del turismo è un comparto che da solo vale 162,7 miliardi di euro e incide sul PIL per il 10,1% (dati WTTC - Travel & Tourism Economic Impact 2015). Non potrebbe essere altrimenti: con 50 siti Patrimonio dell'Umanità, il nostro Paese ha la massima concentrazione di attrazioni Unesco detenuta da un singolo Paese. Tuttavia questo record non fa dell'Italia la destinazione più visitata: lo Stivale si attesta soltanto al quinto posto al mondo per presenze dopo Francia, Usa, Cina e Spagna (dati OMT Organizzazione Mondiale del Turismo - UNWTO World Tourism Barometer, April 2015).

“L'industria turistica ha un enorme potenziale e può diventare il motore propulsore dell'economia del nostro Paese – afferma Stefano Scabbio, Presidente Area Mediterranea ManpowerGroup. – Occorre lavorare sulla crescita dimensionale delle nostre imprese anche attraverso aggregazioni, sulla qualità e modernità dell'offerta non dando per scontato che il nostro patrimonio artistico sia sufficiente.”

Il grande traino di Expo Milano 2015 - A rendere il nostro Paese ancora più appetibile per i turisti, nell'anno in corso si è aggiunta l'Esposizione Universale. Secondo l'ENIT l'Italia è per il momento meta ambita dal turismo organizzato, in particolare dal 66% degli ospiti provenienti dai mercati europei, e dal 57,6% di quelli oltreoceano. In particolare, stupisce il boom di visitatori cinesi nel Belpaese: il movimento turistico dalla Cina verso l'Italia registra un +23% di incrementi di vendite stimate da parte dei Tour Operator mandarini.

A Expo quasi a metà del suo percorso, la situazione del turismo tricolore sembra beneficiare del momento d'oro vissuto dal capoluogo lombardo. Secondo Remo Eder, consigliere della Camera di commercio di Milano, gli effetti benefici della manifestazione si misureranno non solo sui sei mesi: “Secondo una ricerca sull'impatto economico diretto e legacy dell'evento promossa dalla Camera di Commercio di Milano e dalla Società Expo 2015 e affidata a un team di analisti economici coordinati da Alberto Dell'Acqua professore SDA Bocconi, - spiega Eder a Tgcom24 - per il periodo 2012-2020, tra i settori che hanno un impatto economico c'è il turismo, con 3,9 miliardi di Euro stimato in otto anni, a livello nazionale”.

Guardando alle prenotazioni alberghiere, la situazione è al momento positiva: “Secondo le elaborazioni dell'osservatorio turismo della Camera di commercio di Milano su dati RES STR Global - continua Eder - a maggio 2015 l'occupazione delle camere è stata del 73%, +0,4% in un anno. A giugno abbiamo registrato un +10% di occupazione camere rispetto all'anno scorso, crescita legata anche all'attrattività generata nello stesso mese legata a tre congressi di livello mondiale”.

Expo quindi ma non soltanto. “Milano è un centro di ospitalità importante perché qui ci sono business e internazionalizzazione. I vantaggi derivanti da Expo ci sono senza dubbio ma non tutti gli operatori avranno gli stessi benefici e magari non confermati in tutte le settimane. Basta pensare che tanti dei visitatori dell'Esposizione universale ha trovato soluzioni di ospitalità alternative all'albergo, come appartamenti, camere, bed & breakfast, ma anche amici e parenti".