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Pragmatismo e leadership: ecco il profilo del lavoratore più cercato dalle aziende

Un report di ManpowerGroup elenca tutte le competenze trasversali richieste dalle aziende ai propri dipendenti. La scuola e l'università si attrezzano per insegnarle

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Lingue straniere, curiosità, lavoro di squadra, preparazione. Sono queste le qualità che hanno permesso a Josiane Ngaleu, 27 anni, di lavorare come hostess protocollo per il Padiglione Francia, a Expo Milano 2015.

Quando otto anni fa è arrivata dal Camerun in Italia per studiare non immaginava di lavorare oggi nell'evento più internazionale del momento: "La multiculturalità di questo grande appuntamento mi ha spinta a partecipare alle selezioni. Parlo tre lingue e quindi sono stata scelta innanzitutto per questo".

Pragmatismo e leadership: ecco il profilo del lavoratore più cercato dalle aziende

Ma la conoscenza di più lingue non basta. Racconta Josiane che la disponibilità verso le persone e la capacità di legare con i colleghi sono fondamentali per ottenere dei buoni risultati. “Il consiglio che dò ai giovani che cercano lavoro? Avere fiducia in se stessi e poi studiare molto: qualsiasi sia il ruolo chia si è chiamati a svolgere, la preparazione paga sempre”.

Quello di Josiane non è un caso isolato. Il mercato del lavoro tende sempre di più a scegliere i candidati che uniscono saperi differenti. E' quanto emerge anche dalla web survey sulle competenze trasversali (softskills) condotta da ManpowerGroup su un campione di 1.612 aziende.

Cosa sono esattamente le soft skills? Si tratta delle cosiddette "competenze trasversali", ovvero quelle capacità che raggruppano le qualità personali, l'atteggiamento in ambito lavorativo e le conoscenze nel campo delle relazioni interpersonali.

E' possibile dividerle in cognitive (come ragiono: visione sistemica, problem solving, analisi e sintesi...), relazionali (come mi rapporto con gli altri: comunicazione, gestione dei rapporti interpersonali, orientamento al cliente, collaborazione, teamwork, negoziazione...), realizzative (come traduco in azione ciò che ho pensato: iniziativa, proattività, orientamento al risultato, pianificazione, organizzazione, gestione del tempo e delle priorità, decisione...), manageriali (come agisco il ruolo di capo: leadership, gestione e motivazione dei collaboratori, capacità di delega...).

Secondo il report di Manpower, il lavoratore più richiesto è quello che possiede soprattutto quattro doti: capacità di problem solving, orientamento al risultato, visione d'insieme e leadership. “Il Talento si compone per il 63% delle cosiddette “competenze della vita”, quelle caratteristiche intangibili che spiegano il saper essere oltre al saper fare” – spiega Stefano Scabbio, Presidente Area Mediterranea ManpowerGroup e Presidente di Human Age Institute – “L'identikit del profilo ideale risulta piuttosto eterogeneo combinando Pragmatismo, Concretezza e Leadership. Ancora in ritardo la consapevolezza delle aziende rispetto alle competenze digitali nella declinazione soft delle stesse (come per esempio diffusione dei saperi, networking). Questo aspetto sarà particolarmente rilevante nei prossimi anni, perché svilupperà nuovi modelli di lavoro”.

La distribuzione geografica dei rispondenti alla Survey è concentrata nel Nord Italia per il 70%, dove si evince una maggiore attenzione alle tematiche del Talento e alle competenze trasversali. Tra le novità che saltano all'occhio rispetto allo scorso anno, il fatto che anche le aziende con sola sede in Italia iniziano ad affacciarsi con interesse alla tematica del Talento ed esprimersi con maggiore consapevolezza.

Secondo Barbara Merli del Servizio Stage & Placement dell'Università Cattolica di Piacenza “le aziende sono sempre più sensibili e attente nella valutazione delle competenze trasversali, e della flessibilità soprattutto, elemento chiave nell'inserimento lavorativo in un momento storico in cui complessità crescente e cambiamento continuo sono i paradigmi di riferimento principali”.

I risultati dell'indagine Manpower risultano utili su due fronti. Da un lato per le aziende che possono così definire i propri modelli di competenze e le soft skills necessarie al fine di impostare efficacemente i processi di selezione e di valutazione del potenziale e sviluppo interno. Sul piano dell'individuo, i candidati che intendono proporsi alle aziende, grazie a questo Osservatorio, sanno ora quali sono le caratteristiche ricercate e quali sono le competenze da sviluppare per avere maggiori possibilità di crescita all'interno dei contesti organizzativi. Monitorare negli anni l'andamento delle esigenze aziendali in termini di soft skills vuol dire soprattutto riuscire a sviluppare profili completi a 360° rispetto alle necessità espresse.

“Lo sviluppo delle competenze trasversali dovrebbe partire già dai livelli d'istruzione superiore, scuola secondaria, università e master” – conclude Stefano Scabbio – “così da ridurre lo scarto tra le aspettative e le reali capacità dei singoli, individuando i talenti al di là delle competenze tecniche specifiche, e facilitando l'integrazione delle risorse e il reale sviluppo competitivo delle aziende".