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Def, via libera del Consiglio dei ministri alla nota di aggiornamento

Il ministro Padoan: "Nel 2017 il Pil crescerà dellʼ1,5% e manterrà lo stesso trend anche nel 2018 e nel 2019". Gentiloni: "Non sarà una manovra repressiva, non preoccupa la scadenza della legislatura"

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Via libera del Consiglio dei ministri alla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Def).

Nel 2017 il Pil crescerà dell'1,5% e manterrà lo stesso trend anche nel 2018 e nel 2019. Lo ha annunciato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che ha spiegato: "Qualcuno potrà dire che è una previsione troppo ottimistica, ma credo che sia pienamente giustificata dalle politiche che metteremo in atto".

Da quest'anno il debito pubblico inizierà a scendere e si attesterà al 131,6% del Pil. Il prossimo anno continuerà invece a calare e si collocherà al 130% del Prodotto interno lordo", ha aggiunto Padoan.

Gli italiani pagheranno 20 miliardi in meno rispetto al 2013 - Il governo stima che, per effetto degli interventi di riduzione delle tasse adottate negli ultimi anni, "i contribuenti italiani pagheranno rispetto al 2013 minori imposte per circa venti miliardi di euro". Il tutto grazie, si legge nella nota di aggiornamento al Def, alle riduzioni dell'Ires e dell'Irpef per i lavoratori con remunerazioni più basse, la cancellazione della componente Irap sul lavoro dipendente, dell'Imu sui beni strumentali imbullonati e sui terreni agricoli, dell'imposta sulla casa di proprietà e residenza (Tasi).

Per sterilizzazione Iva 10 miliardi da maggior deficit - Per la sterilizzazione degli aumenti Iva previsti per il 2018, il governo potrà contare su spazi di deficit per 6 decimi di punto, pari a poco più di 10 miliardi di euro. I sei decimi sono calcolati sulla differenza tra il deficit tendenziale a legislazione vigente (pari all'1%) e il deficit programmatico, quello cioè fissato come obiettivo post legge di bilancio (pari all'1,6%). Per gli ulteriori 5 miliardi di clausole andranno trovate altre coperture, così come per le misure espansive in cantiere.

Rivisto target privatizzazioni: 0,2% nel 2017 - Nel 2017 la nota di aggiornamento al Def prevede inoltre una riduzione del target delle privatizzazioni che passa dallo 0,3% (circa 5 miliardi di euro) allo 0,2% del Pil (circa 3 miliardi e mezzo). Dal 2018, e fino al 2020, il target resta fissato allo 0,3% l'anno.

"Sostanziale pareggio di bilancio nel 2020" - Il rapporto tra deficit e Pil si attesterà, dopo il 1,6% del 2018, allo 0,9% in 2019 e allo 0,2% nel 2020, quando verrà raggiunto il "sostanziale raggiungimento dell'equilibrio", ha sottolineato il ministro dell'Economia. L'obiettivo del pareggio di bilancio era fissato al 2019.

Allo studio rottamazione delle cartelle bis - La messa a punto della prossima manovra "è una delle misure che che stiamo valutando", ha precisato ancora Padoan. Parlando poi delle clausole di salvaguardia su Iva e accise, il ministro ha affermato: "Il quadro di finanza pubblica sarà riempito dalla legge di bilancio, ma è un quadro che permette di dire con chiarezza che le clausole saranno totalmente eliminate".

Gentiloni: "Non sarà una manovra repressiva" - I dati della nota di aggiornamento del Def "ci porteranno a proporre al Parlamento, nella seconda metà di ottobre, una legge di bilancio "certamente non repressiva e che non sarà elemento di freno alla nostra economia", ha commentato il premier Paolo Gentiloni. "Abbiamo margini molto più incoraggianti di quelli che discutevamo solo sei-sette mesi fa - ha aggiunto -. "Dobbiamo fare tutto tranne che dare un messaggio di preoccupazione, perché il Paese va alle elezioni alla sua scadenza naturale. Il nostro compito come governo è portare la legislatura a una conclusione ordinata, con risultati di finanza pubblica finalmente incoraggianti".