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Istat, oltre un milione di giovani senza lavoro
"E i laureati fanno più fatica dei diplomati"

I dati si riferiscono al 2011 e fotografano la situazione italiana su molti argomenti economici e sociali

Ansa

Oltre un milione di disoccupati ha un'età inferiore ai 35 anni. E' quanto emerge dall'Annuario dell'Istat. Nel 2011, infatti, si contano un milione 128 mila persone in cerca di lavoro tra i 15 e i 34 anni. Tra gli under 30 si evince che il tasso di disoccupazione dei laureati è più elevato rispetto ai diplomati. Ciò dipende dal più recente ingresso nel mercato del lavoro di chi prolunga gli studi, ma anche dalle crescenti difficoltà occupazionali.

Un disoccupato su due cerca lavoro da oltre un anno
Nel corso del 2011 l'Istat registra un allungamento della durata della disoccupazione, con uno su due in cerca di lavoro da almeno un anno. Dall'Annuario statistico dell'Istat, infatti, emerge come l'incidenza della disoccupazione di lunga durata sia arrivata al 51,3% (48% nel 2010). Inoltre si evidenzia una "zona grigia", fatta da scoraggiamento e attesa di esiti di passate azioni di ricerca: principali ragioni della mancata "caccia" di un'occupazione, segnalate da circa 1 milione e 800 mila inattivi.

Al Sud sei donne su dieci sono fuori dal mercato del lavoro
Il tasso d'inattività per la componente femminile è ancora particolarmente elevato, nonostante il calo registrato nel corso del 2011 (48,5% nel 2011 rispetto a 48,9% di un anno prima), specie nel Mezzogiorno, dove poco più di sei donne ogni dieci in età lavorativa non partecipano al mercato del lavoro.

Al Nord il matrimonio civile supera quello religioso
Il matrimonio religioso resta la scelta più diffusa (60,2%) ma nelle regioni del Nord quello civile nel 2011 ha fatto il sorpasso e prevale con il 51,7% rispetto al 48,3% di quello celebrato in chiesa. Secondo l'annuario dell'Istat, in Italia ci si sposa sempre meno e si preferisce sempre più il rito civile a quello religioso.

Aumentano le separazioni, ma calano i divorzi
Ci si separa sempre di più ma sono in leggero calo i divorzi. Le separazioni, nel 2010, sono state complessivamente 88.191, con una crescita del 2,6% rispetto alle 85.945 concesse nell'anno precedente: 75.403 (pari all'85,5% del totale) sono state quelle consensuali, 12.788 quelle giudiziali (il 14,5%). I divorzi, invece, sono stati 54.160 nel 2010, equivalente allo 0,5% in meno rispetto al 2009.

Cresce il numero dei figli, ma si fanno sempre più tardi
L'Italia non è più maglia nera in Europa per lo scarso numero di figli: siamo al quarto posto per bassa fecondità nell'Ue a 15 e al decimo nell'Ue a 27. Il numero di figli per donna è in lieve aumento ed è piu' alto al Nord, ma si diventa mamme sempre più tardi. Nel 2011 il numero medio di figli per donna si attesta a 1,42 a livello nazionale (1,41 l'anno precedente), ma raggiunge il valore di 1,48 nel Nord.

Consumi al palo, spesa famiglie frena
In Italia i consumi sono fermi, con gli esborsi delle famiglie in frenata. E' quanto conferma l'Annuario statistico italiano dell'Istat. "Si evidenzia una stazionarietà in termini di volume dei consumi nazionali". In particolare, spiega l'Istituto, "la spesa delle famiglie residenti, effettuata sia in Italia sia all'estero, è aumentata dello 0,2% in diminuzione rispetto all'1,2% del 2010".

Più di sette famiglie su dieci vivono in casa di proprietà
Le famiglie italiane vivono in grandissima parte in case di loro proprietà, la maggioranza possiede un pc e una su tre possiede un condizionatore. Nel 2011 il 72,4% delle famiglie è proprietario dell'abitazione in cui vive, mentre il 18% paga un canone d'affitto. Tra le famiglie in affitto, il 73,5% vive in abitazioni di proprietà di un privato, il 20,8% in case di proprietà di enti pubblici (in calo dal 22,2% nel 2010).

Prosegue inoltre nel 2011 il processo di diffusione di alcuni beni durevoli, dal telefono cellulare (presente nell'89,6% delle famiglie), al personal computer (56,8%), alla lavastoviglie (45,3%), ai condizionatori d'aria (33,4%).

Italiani tra i più longevi
Sempre più longevi. L'Italia è un Paese di anziani, nel quale cresce dunque l'assistenza domiciliare. Secondo le stime relative al 2011, afferma l'Istat, la speranza di vita alla nascita migliora sia per gli uomini (79,4) che per le donne (84,5), grazie all'influenza positiva della riduzione dei rischi di morte a tutte le età. Nel contesto internazionale l'Italia si conferma dunque uno dei paesi più longevi: nel 2010, all'interno dell'Unione europea, soltanto la Svezia continua a mantenere migliori condizioni di sopravvivenza maschile (79,6 anni), mentre in Francia e in Spagna le femmine fanno registrare la vita media più elevata (85,3 anni).

Italiani in buona salute, ma resta costante l'abitudine al fumo
Gli italiani affermano di essere complessivamente in buona salute, anche se alcuni cattivi stili di vita si confermano stabili nel tempo. E' il caso dell'abitudine al fumo da sigarette, più diffuso tra i giovani e le donne di mezza età. Nel 2012, il 71,1% della popolazione ha dunque fornito un giudizio positivo del proprio stato di salute, ma la percentuale è più alta fra gli uomini (75,3%) che fra le donne (67,1%). In riferimento agli stili di vita, invece, l'abitudine al fumo, rileva l'Istat, "è stabile negli ultimi anni e coinvolge il 21,9% della popolazione over 14". Anche nel 2012, a fumare sono soprattutto gli uomini (27,9%) rispetto alle donne (16,3%), ma la quota di persone dedita al tabagismo è nettamente più elevata fra i giovani 25-34enni (35,9%) e fra le donne di 45-54 anni (23,4%).

Gli italiani restano sempre più a casa ma guardano meno tv
Gli italiani restano di più a casa dove guardano un po' meno la tv, leggono poco e usano sempre di più il pc. Questa la foto dei consumi culturali, di spettacolo e non, scattata dall'Istat. Il dato più rilevante è che nel corso dell'anno oltre un terzo degli italiani, il 35%, non ha partecipato a spettacoli o eventi culturali fuori dalle mura domestiche, la quota più alta degli ultimi sei anni.

Nel generale calo dei consumi culturali, il cinema continua a raccogliere il maggior pubblico: una persona su due è andata almeno una volta a vedere un film in sala. Nella graduatoria seguono le visite a musei e mostre (28%), gli spettacoli sportivi (25,4%), le visite a siti archeologici e monumenti (21,1%), la frequentazione di discoteche e balere (20,6%), il teatro (20,1%), gli altri concerti di musica (19%) e, all'ultimo posto, i concerti di musica classica, che interessano appena il 7,8% della popolazione.