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Fiat, Bersani: "Il problema resta aperto"
Casini: "Preoccupato, ma no agli incentivi"

Sullʼincontro-fiume a Palazzo Chigi tra Monti e Marchionne cʼè insoddisfazione da più parti politiche: "Impegni troppo generici". Romiti attacca: "Non si è combinato niente". Camusso: "Resta tutto come prima". Alfano: "Misure per tutte le aziende, non solo per Fiat"

Ansa

L'incontro a Palazzo Chigi tra Fiat e governo "non ha dato risposte" ai problemi dell'azienda. Lo ha affermato Stefano Fassina, responsabile Economia del Pd. Gli impegni contenuti nel comunicato finale, ha aggiunto, sono "talmente generici" da risultare "inadeguati" a garantire il futuro. Anche il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, si è detto preoccupato: "Non mi sento rassicurato, ma sono tendenzialmente contrario ad altri incentivi".

Camusso scettica: "Non è cambiato nulla"
"Ci sembra che non sia cambiato nulla rispetto al giorno prima". Questo il commento del segretario generale della Cgil Susanna Camusso sull'incontro-maratona. "La Fornero aveva preannunciato un incontro con le parti sociali subito dopo quello che si è svolto ieri - ha aggiunto il segretario della Cgil -. Credo sia il caso di accelerare i tempi e invitare all'incontro anche l'azienda".

Bersani: "Problema resta aperto"
"Nonostante gli sforzi del governo, mi pare che il problema Fiat rimanga del tutto aperto. Al tavolo c'era un convitato di pietra e cioè una nuova stagione di ammortizzatori sociali costosi per i lavoratori e per lo Stato, senza una prospettiva sicura". Lo ha affermato in una nota Pier Luigi Bersani, segretario del Partito Democratico.

Dati alla mano, ha spiegato il leader del Pd, "una tale prospettiva non sembra poter esser più garantita dalla sola Fiat. Credo che ci vorranno anche altri e urgenti incontri con i protagonisti del settore auto: componentistica, reti commerciali, e organizzazioni sindacali". Secondo Bersani, "è sull'intero settore che ci giochiamo un pezzo dell'avvenire del paese. Bisogna ragionare e intervenire con questo punto di vista".

Alfano: "Sì a misure per tutte le imprese"
"E' certamente positivo l'avvio di un percorso condiviso tra Fiat e governo nel corso del quale dovrà essere protetto il reddito dei lavoratori - dice il segretario del Pdl Angelino Alfano -. In quest'ottica, pensiamo necessaria e possibile la conservazione di tutti i siti produttivi. Il governo dovrà, quindi, individuare misure per la generalità delle imprese e non solo per Fiat, con particolare riguardo al sostegno della contrattazione aziendale, del salario di produttività, dell'esportazione e della ricerca. Sosteniamo, infine, il sindacato riformista che in questi anni ha saputo assumere responsabilità concorrendo al salvataggio di Fiat e agli investimenti su Pomigliano e Grugliasco".

Romiti: "Non si è combinato niente"
"Non si è combinato niente, il nodo principale resta l'occupazione". Lo ha detto l'ex presidente e ad di Fiat Cesare Romiti, commentando l'esito dell'incontro tra governo e azienda. "Quando si risolve la questione con una commissione, mi pare che non si sia fatto nulla", ha spiegato riferendosi al comunicato congiunto in cui si rimanda a un impegno comune per favorire la competitività e a un gruppo di lavoro per le strategie di export.

Lega: "No agli incentivi ad hoc per Fiat"
"La Lega Nord si opporrà a eventuali incentivi dati ad hoc per la Fiat; se sono necessari ad aiutare le imprese, come crediamo, allora bisogna darli a tutte, in particolar modo alle piccole e medie imprese, locomotiva dell'economia del nostro Paese, che stanno vivendo un gravissimo momento di crisi senza mai ricevere, a differenza della Fiat, aiuti di Stato". A pensarla così è Gianni Fava, responsabile federale Sviluppo economico della Lega Nord. Critico anche Fedriga, responsabile Welfare.

"Bisognerebbe anche rivedere - sostiene Fava - i 30 miliardi di incentivi che vengono dati ogni anno alle imprese, in particolar modo a quelle del sud. Serve infatti indirizzare le risorse avendo ben chiari gli obiettivi e la politica industriale che si vogliono perseguire, altrimenti si rischia semplicemente di elargire fondi a pioggia e in questi caso chi di solito se ne approfitta non sono le aziende virtuose e produttive ma quelle più furbe".

Angeletti a Tgcom24: "Non ci aspettavamo miracoli"
"Non era realistico attendere dei miracoli, quindi rimane tutto un lavoro da fare per capire che modelli vuole produrre la Fiat in Italia. La mia delusione è stata modesta perché le mie aspettative sull'incontro erano basse". E' il commento a Tgcom24 di Luigi Angeletti dopo l'incontro tra Fiat e governo sul futuro dell'azienda in Italia. Sulle scelte di Marchionne ha aggiunto: "Non ho mai creduto che Marchionne potesse andarsene dall'Italia perché l'Europa è un mercato troppo importante per l'auto".

Fiom a Tgcom24: "Non ci beviamo le favolette di Marchionne"
"Noi siamo molto delusi perché l'unico documento che abbiamo è solo un comunicato generico". E' questa la reazione a Tgcom24 di Giorgio Airaudo (Fiom) dopo il vertice di ieri tra Fiat e governo. Alle dichiarazioni di Bonanni rilasciate all'intervista della domenica di Alessandro Banfi, ribatte: "Io capisco l'imbarazzo di Bonanni, però se vogliamo salvare l'industria automobilistica dobbiamo pretendere qualcosa da Fiat che non è più l'azienda nazionale che abbiamo conosciuto, ma è una multinazionale dalla quale dobbiamo avere certezze". "La favoletta dei mancati investimenti in tempo di crisi non mi convince", ha aggiunto. "Se la Fiat non può garantire lavoro vero in Italia, il governo dovrebbe prendere in considerazione l'ipotesi di far arrivare costruttori di auto esteri".

Di Pietro: "Da governo e Marchionne la solita farsa"
Anche il leader dell'Idv Antonio Di Pietro lancia le sue parole taglienti contro i risultati del vertice di ieri, quando, scrive sulla sua pagina Facebook, "l'ad Fiat, Sergio Marchionne, e il presidente del Consiglio, Mario Monti, hanno messo in scena la solita farsa. Invece di continuare a rimandare la soluzione, il governo avrebbe dovuto porre a Marchionne delle domande precise che noi dell'Italia dei Valori facciamo da almeno due anni e che ribadiamo ancora una volta: quando la Fiat ha intenzione di fare gli investimenti, quali sono i modelli innovativi e dove intende produrli".

"Chiediamo inoltre all'azienda torinese - riprende - di restituire tutto il denaro pubblico che ha ricevuto e di ristabilire all'interno degli stabilimenti quei diritti negati, come è stato dimostrato dalle sentenze di ben dodici tribunali italiani. Forse, se la Fiat la smettesse con le chiacchiere e le provocazioni e si rimettesse a produrre auto di qualità ad alto valore aggiunto, compatibili con l'ambiente, potrebbe superare la crisi del mercato automobilistico con successo".