Nel 2050 vivremo tre anni in più e i costi dell'invecchiamento saliranno del 50%. Contributi più pesanti e vita lavorativa più lunga per scongiurare il rischio finanziario
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In futuro gli anziani peseranno sempre di più dal punto di vista finanziario. L'allarme arriva dall'Fmi, secondo cui se nel 2050 la vita media si allungherà di 3 anni rispetto alle attese attuali, i costi già ampi dell'invecchiamento della popolazione aumenteranno del 50%. Per compensare questo effetto, stando ai dati raccolti, sarà necessario allungare l'età per il pensionamento, aumentare i contributi e ridurre i benefit.
Insomma, la longevità diventa un rischio, e grosso, per le casse pubbliche. E dunque, gli effetti finanziari dell'allungamento della vita dovrà essere compensato da una combinazione di allungamento dell'età minima pe ril pensionamento, contributi più elevati e meno benefit. I governi, avvertono al Fondo monetario, devono mettere in atto metodi per condividere il rischio anche con il settore privato, promuovere la crescita dei mercati per condividere il rischio e offrire una migliore informazione sulla longevità e una migliore educazione finanziaria.
E bisogna agire "ora, date le dimensioni dell'impatto finanziario e anche perché le misure richiedono tempo per dispiegare la loro efficacia". In particolare, da Washington arriva dunque il pressante invito a riformare i sistemi previdenziali, allungando l'eta' pensionabile, aumentando il livello dei contributi e riducendo gli assegni da pagare. "Una riforma essenziale", si legge nel documento, "è lasciare che l'età pensionabile aumenti assieme alle attese di vita".
Le persone, affermano i tecnici di Washington, "dovrebbero essere incentivate a ritardare il momento del loro ritiro dall'attività lavorativa". Porre maggiore "attenzione all'invecchiamento della popolazione e ai rischi addizionali della longevità", conclude il Rapporto, "è parte delle misure necessarie a ristabilire la fiducia sulla tenuta dei conti pubblici e privati".