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Dopo 41 anni la Fiat chiude Termini Imerese: gli operai prendono in ostaggio la fabbrica

Con 40 giorni dʼanticipo sugli accordi, Marchionne ha deciso lo stop della linea di montaggio siciliana. Protesta delle tute blu ad oltranza

Ansa

Dopo 41 anni, la Fiat non assemblerà più auto a Termini Imerese.

I 1. 536 lavoratori del Lingotto e gli altri 700 dell'indotto sono in cassa integrazione fino al 31 dicembre. I lavoratori dell'Iveco e di tutte le aziende collegate scioperano per due ore contro la disdetta da parte di Fiat del contratto nazionale. Gli operai hanno deciso anche di protestare bloccando l'uscita degli autoarticolati con le ultime auto prodotte nella "loro" fabbrica.

Alle 22 di giovedì 24 novembre, con la conclusione del secondo turno in fabbrica, Termini Imerese archivia un pezzo di storia. Un'amarezza e una delusione che si leggono sulle facce meste degli operai. La Fiat smobilita dalla Sicilia. Aveva fretta e se n'è andata con quasi quaranta giorni d'anticipo rispetto ai piani originari. ora le 1.500 tute blu sono in cassa integrazione, a caccia di garanzie sul futuro.

Più incerto il destino dei 700 operai dell'indotto. Da subito, però, scatta il presidio a oltranza, almeno fino a mercoledì prossimo, quando è prevista l'ennesima riunione del tavolo al ministero dello Sviluppo economico. I sindacati si erano detti insoddistatti dopo la riunione che ha avuto un carattere interlocutorio. Le sigle sindacali hanno preso atto dell'impegno del ministero e di Invitalia a lavorare in questa settimana per vedere se si riescono a mettere insieme tutti i tasselli per arrivare a un accordo.

Il Lingotto, viene spiegato, non ha voluto quantificare nè il numero dei lavoratori che potrebbero usufruire degli incentivi alla mobilità nè gli importi che dovrebbero essere corrisposti.

Ora arriva la Dr Motor?
Il futuro per gli operai adesso si chiama Dr Motor, che a regime nel 2016 dovrebbe occupare circa 1.300 persone. "Faremo di tutto affinchè sulla vicenda di Termini Imerese non cali il sipario - ha detto Mariella Maggio, segretaria generale della Cgil Sicilia -. Sia chiaro che dalla fabbrica non uscirà neanche un bullone se prima non c'è un accordo che garantisca ai lavoratori ciò che è stato assicurato ai dipendenti Fiat di altri siti".

Fiat, sindacati e rappresentanti della Dr Motor si incontreranno il 30 per proseguire la trattativa. Così le tute blu, che si sentono tradite dalla Fiat e dalla politica, non mollano; presidio a oltranza davanti ai cancelli, con un migliaio di Lancia Ypsilon "in ostaggio" fino a quando non sarà siglato un accordo soddisfacente. "C'è amarezza e delusione - dice Roberto Mastrosimone della Fiom Cgil - vogliamo avere risposte concrete. Chi doveva esercitare un ruolo in questa vertenza, non ha fatto fino in fondo il suo dovere. Adesso speriamo in un accordo che dia garanzie a tutti i lavoratori. Il presidio andrà avanti, disposti a nuove azioni se dal vertice di mercoledì non verranno certezze".