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"Vita da giornalaia" tra tv e show, che non esistono più...

Nel nuovo libro Aldo Dalla Vecchia affronta con nostalgia il mondo dello spettacolo tra personaggi storici e new entry

aldo della vecchia vita da giornalaia
ufficio-stampa

Già dalla copertina, dove campeggiano le cover di riviste storiche come "Intrepido", "Il monello" e "Sogno" con - tra gli altri - Mina, Paul Newman e Raffaella Carrà, si intuisce che il nuovo libro di Aldo Dalla Vecchia, storico autore televisivo, affronti con nostalgia il mondo dello spettacolo. Perché "Vita da giornalaia" (Murena Editrice, pp. 64, 8 euro e in versione ebook in esclusiva su Amazon a 2,99 euro) non è altro che la fotografia, un po' agrodolce, di un mondo che non c'è più. E' il racconto di personaggi che con le loro storie e la loro arte sono stati i protagonisti indiscussi del piccolo e grande schermo.

In una epoca in cui Internet ancora non esisteva, le edicole delle grandi città come quelle dei paesini sperduti, erano non solo luoghi di incontro ma anche posti dove sognare. Dove il mondo dello showbiz appariva scintillante, "chiese" dove rifugiarsi ed entrare con il cuore in gola per scoprire se in copertina c'era la star amata. Lo stesso Dalla Vecchia ammette: "Ogni volta che potevo mi precipitavo da lei, nel suo regno al centro del paese, per fare incetta di carta stampata e inebriarmi delle nuove uscite, fossero fumetti, fotoromanzi, guide televisive, riviste di cronaca rosa, settimanali di attualità, album di figurine, pubblicazioni di enigmistica. E la giornalaia, che alzava la saracinesca alle sette di mattina e la abbassava alle sette di sera, era il mio mito...".

Con una citazione di Teresa d'Ávila, l'autore avverte il lettore. Lo mette in guardia, lo guida verso quello che è un atto teatrale in cui l'Intervistatore e l'Intervistato disquisiscono di Mike Bongiorno e Maurizio Costanzo, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, senza dimenticare Edmondo Bernacca, Maria Giovanna Elmi, Minnie Minoprio e Pippi Calzelunghe. Con un occhio "da dentro", quello dell'intervistato, che conosce bene il mondo di cui parla. Che è anche una full immersion nella storia del costume italiano, dalla tivù in bianco e nero ai fotoromanzi della Lancio fino alla generazione social.

Si narra degli inizi della tv commerciale, scanditi dalla voce del pupazzo Five che raccomandava in rima (e con la voce in falsetto di Marco Columbro): "Corri a casa in tutta fretta/C'è un biscione che ti aspetta". E c'è anche il tempo per ironizzare. Quando alla fine l'intervistatore dimentica la sua rivista, e l'intervistato, appoggiando "il giornale sul tavolo, accarezza libri e riviste, guarda verso la libreria, e si accorge che Sophia Loren ha la parrucca un po' storta".