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Resa dei conti nel Pd, Renzi: "L'Ulivo distrutto da chi lo aveva fondato"

Il premier contrattacca la minoranza del partito. Ma Bersani non ci sta: "Renzi sta andando oltre segno"

Resa dei conti nel Pd, Renzi:
lapresse

"Coloro che chiedono oggi più rispetto per la storia dell'Ulivo sono quelli che hanno distrutto l'Ulivo consegnando l'Italia nelle mani di Berlusconi".

Lo afferma il premier Matteo Renzi alla scuola di formazione politica del Pd. Immediata la replica dell'ex segretario Pier Luigi Bersani: "Renzi ricordi che noi l'abbiam fatto l'Ulivo. Noi l'Ulivo l'abbiamo fatto. Se lui è la vera sinistra, noi cosa siamo?".

"Quelli che mi vengono a dare lezioni dicendo che bisogna avere più rispetto della storia dell'Ulivo sono quelli che hanno distrutto l'Ulivo consegnando l'Italia a Berlusconi. Quando tocca a noi governare, bisogna governale. Abbiamo vissuto per anni con l'idea che Berlusconi fosse invincibile. Non era Berlusconi invincibile, eravamo noi a sbagliare risposta". Ha detto il premier Matteo Renzi intervenendo al terzo appuntamento di 'Classe Democratica', la scuola di formazione del Pd, sottolineando che "quando vincevamo, subito dopo tutti si dividevano e si mettevano a bombardare quello che doveva guidare la macchina del cambiamento".

Bersani: "Renzi sta andando oltre segno" - Le parole di Matteo Renzi fanno arrabbiare Pier Luigi Bersani, l'ex segretario parla con i cronisti a margine della convention della minoranza e usa parole dure: "Sta andando veramente oltre il segno, non tocchi l'Ulivo perché allora ci sentiamo davvero. Non tocchi l'Ulivo, questo lo deve sapere". "Se lui è la vera sinistra, noi cosa siamo?", ha risposto Bersani a margine della convention della minoranza. Quanto all'accusa di avere distrutto l'Ulivo, Bersani ha detto: "Affermazioni del genere non meritano un commento, Renzi ricordi che noi l'abbiamo fatto l'Ulivo".

Renzi: "Non pensino di usare le amministrative per farmi fuori" - Ma l'affondo sugli avversari interni attraversa tutto il ragionamento di Renzi. Non pensino di "usare strumentalmente" le amministrative, è l'avvertimento: "Chi vuole mandarmi a casa la battaglia la farà al congresso del 2017". Il riferimento è agli attacchi sulle primarie di Roma e Napoli. Il segretario difende il principale bersaglio, Matteo Orfini ("Negli ultimi tempi son sempre d'accordo con lui...") e contrattacca: "C'è un disegno per screditare le primarie, come a Genova con Cofferati. Possiamo parlare di regole, ma mettere in discussione le primarie offende la democrazia". Il premier rivendica di aver accettato la sconfitta contro Bersani (anche se in qualche regione "si erano bruciati i verbali") e avverte: "Chi perde fa una battaglia nel partito, ha detto bene Cuperlo. Se scappa, mette in discussione il Pd". Tutti a sostenere i nomi che hanno vinto le primarie, è l'invito del segretario. Renzi ricorda che il risultato delle comunali non riguarda il governo, mentre se perderà il referendum costituzionale andrà a casa.