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Mattarella nomina Liliana Segre senatrice a vita

Testimone della Shoah, è sopravvissuta ad Auschwitz, dove morirono il padre e i nonni. "Fulmine a ciel sereno. Mio impegno è contrastare razzismo e tramandare memoria". Ebrei italiani: "Grazie presidente"

Mattarella nomina Liliana Segre senatrice a vita - foto 1
ansa

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha nominato Liliana Segre, di 87 anni, senatrice a vita per "aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale".

Liliana Segre, testimone della Shoah, è sopravvissuta ad Auschwitz, dove morirono il padre e i nonni. E' la prima nomina effettuata da Mattarella da quando è in carica. "Il mio impegno è contrastare il razzismo e tramandare la memoria", è quanto afferma Liliana Segre in una nota.

Il decreto è stato controfirmato dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Mattarella ha informato telefonicamente la neo senatrice a vita della nomina.

Liliana Segre è nata a Milano il 10 settembre 1930 da Alberto Segre e Lucia Foligno. Persa la madre in tenera età, quando non aveva ancora compiuto un anno, ha vissuto unitamente al padre e ai nonni paterni. Vedova di Alfredo Belli Paci, sposato nel 1951, e madre di tre figli, attualmente risiede a Milano.

Vittima delle leggi razziali fin da bambini - Segre rimase vittima delle leggi razziali del fascismo all'età di 8 anni, quando nel settembre del 1938 fu costretta ad abbandonare la scuola elementare, iniziando l'esperienza dolorosa e terribile della persecuzione. Il 7 dicembre 1943, unitamente al padre e a due cugini, cercò invano, con l'aiuto di alcuni contrabbandieri, di riparare in Svizzera. Venne tuttavia catturata dai gendarmi del Canton Ticino e rispedita in Italia dove, il giorno successivo, fu tratta in arresto a Selvetta di Viggiù (Varese). Dopo sei giorni nel carcere di Varese venne trasferita prima a Como e alla fine a San Vittore, dove rimase detenuta per 40 giorni.

Deportata ad Auschwitz - Il 30 gennaio 1944 venne deportata con il padre, partendo dal "Binario 21" della Stazione Centrale di Milano. Raggiunto il campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz, fu internata nella sezione femminile. Non rivedrà mai più il padre, che morirà nel campo di concentramento in Polonia il 27 aprile 1944. Anche i suoi nonni paterni, arrestati a Inverigo (Como) il 18 maggio 1944, furono deportati ad Auschwitz, ove furono uccisi il giorno stesso del loro arrivo, il 30 giugno. Alla selezione, le venne imposto e tatuato sull'avambraccio il numero di matricola 75190. Durante la sua permanenza nel capo di concentramento fu impiegata nei lavori forzati nella fabbrica di munizioni "Union", di proprietà della Siemens, lavoro che svolse per circa un anno.

La liberazione - Il 27 gennaio 1945, sgomberato il campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz per sfuggire all'avanzata dell'Armata Rossa, i nazisti trasferirono 56.000 prigionieri, tra cui anche la Segre, a piedi, attraverso la Polonia, verso nord. Liliana Segre, non ancora 15enne, fu condotta nel campo femminile di Ravensbruck e in seguito trasferita nel sotto campo di Malchow, nel nord della Germania. Fu liberata il primo maggio 1945, unitamente agli altri prigionieri, dopo l'occupazione del campo di Malchow da parte dei russi. Tornò a Milano nell'agosto 1945.

La testimonianza nelle scuole milanesi - Liliana Segre è una dei 25 sopravvissuti dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz. Nel 1990, dopo 45 anni di silenzio si rese per la prima volta disponibile a partecipare ad alcuni incontri con gli studenti delle scuole di Milano, portando la sua testimonianza di ex deportata.

I riconoscimenti - È stata insignita dell'onorificenza di Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana, conferitagli con motu proprio del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il 29 novembre 2004. Della Medaglia d'oro della riconoscenza della Provincia di Milano, assegnatagli nel 2005.Il 27 novembre 2008 ha ricevuto la Laurea honoris causa in Giurisprudenza dall'Università degli Studi di Trieste, mentre il 15 dicembre 2010 l'Università degli Studi di Verona le ha conferito la Laurea honoris causa in Scienze pedagogiche.

Segre: "E' stato un fulmine, sono solo un araldo" - "Non posso darmi altra importanza che quella di essere un araldo, una persona che racconta ciò di cui è stata testimone.". Lo ha detto all'Ansa Liliana Segre aggiungendo che "è stato un fulmine a ciel sereno. Mi sento una donna qualunque, una nonna, e non ho mai pensato a tutto questo. Sapere di essere tra i senatori a vita è un onore e una grande responsabilità".

"Il presidente ha voluto onorare la memoria" - "Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella mi ha chiamato comunicandomi la decisione di nominarmi senatrice a vita - si legge nella nota diffusa da Liliana Segre -. Lo ringrazio per questo altissimo riconoscimento. La notizia mi ha colto completamente di sorpresa. Non ho mai fatto politica attiva e sono una persona comune, una nonna con una vita ancora piena di interessi e di impegni. Certamente il presidente ha voluto onorare, attraverso la mia persona, la memoria di tanti altri in questo anno 2018 in cui ricorre l'80esimo anniversario delle leggi razziali".

"Porterò in Senato le voci che rischiano l'oblio" - Sento dunque su di me l'enorme compito, la grave responsabilità di tentare almeno, pur con tutti i miei limiti, di portare nel Senato della Repubblica delle voci ormai lontane che rischiano di perdersi nell'oblio - prosegue la neosenatrice a vita -. Soprattutto le voci di quelli, meno fortunati di me, che non sono tornati, che sono stati uccisi per la sola colpa di essere nati, che non hanno tomba, che sono finiti nel vento. Salvare dall'oblio quelle store, coltivare la Memoria, e' ancora oggi un vaccino prezioso contro l'indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza. E la può usare. Il mio impegno per tramandare la memoria, contrastare il razzismo, costruire un mondo di fratellanza, comprensione e rispetto, in linea con i valori della nostra Costituzione, continuerà ora anche in Parlamento".

Ebrei italiani: "Commozione per Segre senatrice a vita" - Immediate è arrivato l'apprezzamento alla decisione di Mattarella da parte dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, attraverso le parole della presidente Noemi Di Segni: "A nome di tutte le comunità ebraiche in Italia, esprimo la nostra commozione per la decisione del Presidente Mattarella che risponde esattamente alla profonda esigenza di assicurare che l'istituzione chiamata a legiferare abbia a Memoria quanto avvenuto nel passato e sappia in ogni atto associare al formalismo della legge anche l'intrinseca giustizia e rispondenza ai fondamentali principi etici, in un contesto sempre più preoccupante nel quale l'oblio rischia di divenire legge oltre che fenomeno sociale".

Gentiloni: "Ci indicherà da senatrice il valore della memoria" - "La vita di Liliana Segre testimonianza di libertà. Da senatrice ci indicherà il valore della memoria. Una decisione preziosa a 80 anni dalle leggi razziali". Così il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni saluta la nomina di Segre a senatrice a vita.