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Legge elettorale, Senato: il governo pone cinque fiducie sul Rosatellum

Il presidente Pietro Grasso, ha negato il voto segreto sulle pregiudiziali e sulla questione sospensiva. Per protesta i senatori M5s si sono bendati gli occhi. Mercoledì alle 14 la prima chiama

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Nell'Aula del Senato il governo ha posto cinque questioni di fiducia su cinque dei sei articoli del Rosatellum.

Lo ha annunciato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro. Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha negato il voto segreto, richiesto da Si e M5s, sulle pregiudiziali e sulla questione sospensiva. Giovedì il voto finale. I rappresentanti di Mdp sono saliti al Colle per certificare l'uscita dalla maggioranza.

Mercoledì alle 14 si terrà la prima chiama dei cinque voti di fiducia, mentre giovedì alle 12 ci sarà il voto finale.

Immediata la protesta le opposizioni, che hanno gridato "vergogna" ed esposto cartelli con su scritto "zero fiducia". Per protestare contro la fiducia sulla legge elettorale, i senatori M5s hanno indossato delle bende bianche sugli occhi. Ognuna delle cinque fiducie riguarda un articolo della legge elettorale, con esclusione del quinto.

De Petris occupa la sedia del presidente Grasso - La capogruppo di Sinistra italiana, Loredana De Petris, al termine della seduta al Senato ha occupato la sedia del presidente Pietro Grasso, lamentando il fatto di non aver avuto la possibilità di intervenire. Un gesto molto forte di protesta, a testimoniare il clima di forte tensione nel ramo alto del Parlamento italiano.

Dopo la De Pretis, anche otto senatori pentastellati si sono seduti ai banchi del governo per ostacolare la ripresa dei lavori dell'Aula, convocata al termine della conferenza dei capigruppo.

Mdp: "No alla fiducia, noi fuori dalla maggioranza" - "Noi votiamo contro queste fiducie e quindi come Mdp usciamo anche formalmente da questa maggioranza", ha affermato la capogruppo di Articolo 1-Mdp, Cecilia Guerra, lasciando la conferenza che è stata convocata per mettere a punto il calendario dei lavori del Senato sulla legge elettorale.

"Gentiloni batte un triste primato, peggio di Mussolini" - "Gentiloni è passato alla storia per aver battuto un triste primato: essere il primo presidente del Consiglio dall'Unità d'Italia a porre la fiducia sulla legge elettorale sia alla Camera sia al Senato". E' quanto dichiarano in una nota i senatori di Mdp Maria Cecilia Guerra, Federico Fornaro e Carlo Pegorer.

"Nel 1923 infatti - spiegano - Mussolini pose la fiducia su di un ordine del giorno e su di un emendamento della legge Acerbo; nel 1953 De Gasperi si limitò a chiederla al Senato sulla 'legge truffa' nell'ultimo giorno utile della legislatura in presenza dell'ostruzionismo delle opposizioni; mentre nel 2015 il governo Renzi la mise solo nel passaggio dell'Italicum alla Camera".

Civati: "Sintesi di una stagione lunga di arroganza" - "Questo voto è la sintesi di tutta la legislatura. Chiude una stagione lunga di arroganza del potere: di fiducie, di canguri, di sedute lunghe nella notte. Non è mai stato possibile fare un dibattito parlamentare sulla legge elettorale. L'alleanza Renzi-Berlusconi c'e' da tempo sulle grandi decisioni politiche". E' il commento del segretario di Possibile, Pippo Civati, proferito dal palco della manifestazione contro il Rosatellum in compagnia di Nicola Fratoianni.