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Camera, il ddl sulle riforme costituzionali passa con 361 sì e 7 no

Il provvedimento, non avendo ottenuto il consenso dei due terzi dei parlamentari sia a Montecitorio sia a Palazzo Madama, può essere sottoposto a referendum. Minoranza Pd attacca governo, ma dà ok

Il ddl targato Boschi sulle riforme costituzionali è passato definitivamente a Montecitorio.

I voti favorevoli sono stati 361 mentre quelli contrari solo 7 dato che le opposizioni non hanno partecipato alla votazione che modifica il Senato e il Titolo V della Carta. Il provvedimento, come previsto dall'articolo 138 della Costituzione, non avendo ottenuto la maggioranza di due terzi dei componenti di ciascuna Camera, può essere sottoposto a referendum.

La minoranza del Pd contro la leadership "Trasformare un confronto sul merito in un plebiscito su una politica, una leadership o una nuova maggioranza di governo troverà l'opposizione ferma di chi, come noi, si è fatto carico del bisogno di completare una transizione aperta da troppo tempo". Così in una nota Roberto Speranza, Gianni Cuperlo e Sergio Lo Giudice che guidano le tre aree della minoranza Pd, che comunque hanno votato a favore del ddl. "Sarebbe imperdonabile piegare la Costituzione al vantaggio contingente di una stagione. Su questo principio fonderemo le nostre scelte" sul referendum costituzionale.

Il ministro Boschi: "Grazie a chi ci ha creduto" "Dopo due anni di lavoro, il Parlamento ha dato il via libera alla riforma costituzionale! Grazie a quelli che ci hanno creduto". Lo scrive su Twitter il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi aggiungendo l'hashtag #lavoltabuona.

Berlusconi: "Riforma pericolosa, ora battaglia al referendum" - Per il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, quella votata in via definitiva dal Senato è "una riforma sbagliata e pericolosa". Berlusconi promette battaglia "al referendum per difendere la Repubblica Italiana dalla voglia di potere di un premier mai eletto. La Costituzione è la Carta fondamentale della nostra Repubblica. Andava migliorata, dove necessario, tutti insieme, con il contributo di tutte le forze politiche, nessuna esclusa". "Un premier neppure mai presentatosi alle elezioni, supportato da una maggioranza incostituzionale e con l'apporto decisivo al Senato di 60 transfughi del centrodestra - prosegue nella nota -, ha voluto invece far prevalere l'arroganza dinanzi al buonsenso, consegnando al Paese una riforma sbagliata e pericolosa, tesa al proprio interesse e non a quello degli Italiani. La posta in gioco è il futuro dell'Italia libera e democratica così come gli Italiani l'hanno fortemente voluta nel secondo dopoguerra".

Il premier Renzi: "Storico ok" Matteo Renzi esprime "gioia profonda" per l'ok alle riforme: "Una giornata storica in cui la politica dimostra di essere credibile". Incontrando i giornalisti a Teheran, il presidente del Consiglio ha infine espresso "gratitudine" verso i parlamentari.

Il presidente Boldrini: "Ora tocca ai cittadini" "Con il voto di oggi siamo giunti al termine di un percorso parlamentare lungo e travagliato. Ora la parola passa ai cittadini che, con il referendum del prossimo autunno, esprimeranno la loro opinione sulla riforma della Costituzione". Così il presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, in una nota. "Il mio auspicio è che si sviluppi un confronto pacato, sul merito delle decisioni prese. Per questo ritengo che sarà più che mai necessaria un'informazione puntuale sul contenuto del referendum nell'interesse della democrazia italiana"