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Forza Italia, Parisi: "Non voglio posto Berlusconi ma dare una mano"

Oggi riunione ad Arcore con tutti i big. Parisi a Salvini: "Su Federalismo e migranti abbiamo punti in comune". Salvini: "Parisi è un perdente"

Nel giorno del vertice di Forza Italia ad Arcore, Stefano Parisi chiarisce il suo ruolo nel futuro degli azzurri: "Non voglio prendere il posto di Berlusconi ma soltanto dare una mano per ricostruire il centrodestra".

L'ex candidato alla carica di sindaco di Milano annuncia poi che non prenderà parte al summit del partito e aggiunge: "L'Italia è un Paese prevalentemente moderato, c'è bisogno di tutti in questa ricostruzione, non solo di me".

L'idea che Stefano Parisi potesse essere uno dei protagonisti della sfida per la futura leadership del centrodestra non è di questi giorni. Ma anche se il tempo per metabolizzarla c'è stato tutto, ha comunque fatto saltare i nervi dentro Forza Italia. Sia per la tempistica, sia per la convinzione - che serpeggia tra gli azzurri - che la discesa in campo dell'ex manager faccia parte del nuovo corso di Forza Italia che ha come registi la famiglia Berlusconi, Gianni Letta ed i vertici delle aziende (Confalonieri in primis).

Non è un mistero che Berlusconi sia un fan della prima ora dell'ex Ad di Fastweb e che sia stato proprio lui a proporlo come candidato al comune di Milano. Il modello del leader di Fi è sempre stato quello di un persona fuori dai partiti, "un uomo del fare", capace di guidare un movimento che deve tornare a guardare allo spirito del '94. E nonostante il diretto interessato smentisca di ambire a fare il nuovo coordinatore di Forza Italia, i suoi progetti sembrano chiari: convention a settembre e "un programma politico liberale e popolare".

L'argomento è uno dei temi "caldi" del vertice ad Arcore dove Berlusconi ha convocato non solo i capigruppo con i loro vice, ma anche i dirigenti del partito: Toti, Carfagna, Matteoli e Gasparri per citarne alcuni. All'origine la riunione serviva per fare il punto sul partito e sulla campagna referendaria ma ora, dopo l'intervista di Parisi, la situazione cambia.

Parisi: non pongo tema leadership ma di proposta governo - "Non sono per la rottamazione, non voglio fare il capo di Forza Italia e non pongo la questione della leadership ma solo il tema di una piattaforma liberal-popolare per non farci essere solo il partito del no, dobbiamo cominciare a fare una proposta di governo". Ha detto ancora Parisi. "C'è un tema di fondo, penso che queste forze moderate, come Fi, e quelle più radicali come la Lega possano stare insieme o sul compromesso o su proposte molto avanzate su temi delicati come quello dell'immigrazione, per esempio". Parisi replica duramente a Matteo Salvini che boccia la presenza dell'ex candidato di sindaco di Milano in un nuovo progetto di centrodestra.

"Sull'immigrazione la questione vera da superare è che la sinistra con l'ipocrisia dell'accoglienza per tutti ha acuito il problema e su questo si deve lavorare", aggiunge facendo poi riferimento al tema delle riforme. "La riforma costituzionale del Governo Renzi azzera qualsiasi tipo di federalismo fiscale, le tasse saranno decise tutte a Roma. Per esempio, un partito come Lega che nasce proprio sul progetto del federalismo ha un obiettivo comune" con i moderati per costruire questa idea di federalismo e degli amministratori locali responsabili delle scelte, anche per quanto riguarda l'uso delle entrate fiscali.

Salvini: modello Parisi è perdente per centrodestra - "Se il modello di Parisi è quello di Milano, che poi è un modello perdente visto il risultato, è evidente che noi non ci stiamo". Lo ha detto Matteo Salvini, leader della Lega Nord, in un'intervista a La Stampa. "Invece dei nomi - ha detto Salvini - bisognerebbe occuparsi delle cose da fare. Cosa ne pensa Parisi della Turchia in Europa che per me resta una follia? Se pensa di lanciare a settembre una convention con Casini, Alfano e Passera, no grazie, non ci interessa. A me sembra soprattutto una guerra di posizione in FI".