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Ddl concorrenza: sì all'emendamento sugli hotel, bocciato quello sui farmaci

Saranno nulle le clausole che impediscono agli alberghi di praticare ai clienti prezzi migliori di quelli offerti online. Per quanto riguarda i medicinali, quelli di fascia C restano solo in farmacia

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Niente clausole per impedire agli alberghi di praticare ai clienti finali condizioni migliori di quelle offerte sui siti di prenotazione online.

Ma anche nessuna liberalizzazione dei farmaci in fascia C, che quindi restano vendibili solo in farmacia. Sono due delle novità del ddl Concorrenza, introdotte nel disegno di legge con emendamenti votati alla Camera.

Per quanto riguarda gli alberghi, l'emendamento "booking" di Tiziano Arlotti (Pd) è stato approvato pressoché all'unanimità dall'Aula di Montecitorio ed è stato sottoscritto dai rappresentanti di quasi tutti i gruppi parlamentari. In base al testo approvato, gli alberghi potranno vendere sui propri siti internet una camera a un prezzo inferiore rispetto a quello esposto, per la stessa camera, sui siti di intermediazione.

L'emendamento dichiara "nullo ogni patto con il quale l'impresa turistico-ricettiva si obbliga a non praticare alla clientela finale, con qualsiasi modalità e qualsiasi strumento, prezzi, termini e ogni altra condizione che siano migliorativi rispetto a quelli praticati dalla stessa impresa per il tramite di soggetti terzi, indipendentemente dalla legge regolatrice del contratto".

Se dall'emendamento sugli hotel arriva dunque una buona notizia per gli italiani, non altrettanto succede per i farmaci. Quelli di fascia C (utili per curare patologie di lieve entità ma non concessi dal Servizio sanitario nazionale e quindi a carico del cittadino) non saranno venduti anche nelle parafarmacie e nei corner della grande distribuzione. L'aula della Camera ha infatti respinto l'emendamento al ddl concorrenza presentato da Sel.

Sempre in tema di farmacie, è stato invece approvato un altro emendamento, che prevede che le farmacie dei piccoli Comuni (con meno di 6.600 abitanti) che risultano ormai in sovrannumero rispetto alla popolazione potranno chiedere il trasferimento in un altro Comune della stessa regione. Per perfezionare il trasferimento della farmacia bisognerà pagare una tassa governativa una tantum pari a 5mila euro.