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Liste pulite, Berlusconi rivoluziona il Pdl
Scajola e Dell'Utri lasciano, Cosentino resiste

Entro lunedì sera il Pdl dovrà presentare i suoi candidati. Molti i mal di pancia, difficile rinunciare a grandi bacini elettorali

Ap/Lapresse

Il termine ultimo è fissato per lunedì alle 20. Entro allora bisognerà aver consegnato al ministero la lista dei candidati per le prossime elezioni. E sono ore di tensione all'interno del Pdl con gravi rischi di spaccature. Berlusconi preme per le "liste pulite", via i nomi imbarazzanti di persone con pendenti giuridici. E se da una parte si trova uno Scajola che fa un passo indietro, dall'altra scoppia il caso Cosentino che non vuol mollare. 

Migliaia di voti a rischio
Alcuni dei nomi in bilico spostano migliaia di voti. Lo sanno bene Angelino Alfano e Denis Verdini che blindati a Palazzo Grazioli stanno vagliando tutti i nomi in lista. La sorpresa è quella si Berlusconi: è lui a portare avanti la linea dura. Fuori chi "ha problemi con la giustizia".

Scoppia il caso Cosentino
Ma c'è da superare la resistenza dei diretti interessati. Oltre a Marcello Dell'Utri, c'è la questione della candidatura, giudicata "pesante", di Nicola Cosentino in Campania: il deputato casertano non ha alcuna intenzione di cedere il passo. E a poco è valso, per il Cavaliere, citare "l'esempio" dato da Claudio Scajola. Il quale, peraltro, ha dato un addio tutt'altro che "sereno" allo scranno parlamentare.

Dell'Utri: "Non mi candido, non voglio essere capro espiatorio"
A fare un passo indietro è stato anche il senatore Marcello Dell'Utri che in un'intervista su Il Fatto Quotidiano annuncia: "Finisce qui, ritiro la mia candidatura". "Silvio - ha detto - continua a dirmi che possiamo trovare una soluzione ma ho deciso: non mi presento alle elezioni". "Ci ho riflettuto bene - dice - il Pdl sta salendo nei sondaggi, la vittoria non è impossibile, ma è improbabile. Non voglio fare da capro espiatorio, non voglio che si dica: 'Abbiamo perso per colpa di Dell'Utri'".

Scajola e la spaccatura in Liguria
L'ex ministro ligure ha detto basta agli "esami da parte di qualcuno" ed ha ritirato polemicamente la propria candidatura, dopo una telefonata dell'avvocato Nicolò Ghedini. E la porta sbattuta da Scajola rischia di avere conseguenze in Regione Liguria, dove il Pdl si è spaccato e c'è la concreta possibilità che nasca un gruppo "scajoliano".

Berlusconi e l'effetto "zavorra"
Il leader del Pdl sembrava propenso a "salvare" gli "impresentabili" per garantismo ma anche per calcolo elettorale (hanno un ampio bacino di voti). Poi il cambio di linea dettato da alcuni sondaggi preparati da Alessandra Ghisleri. Avere liste "non pulite" avrebbe un effetto zavorra per il Pdl su tutto il territorio nazionale. Ci sarebbero forti ripercussioni in Campania, ma soprattutto in Lombardia, regione chiave per gli equilibri del Senato. Insomma, sarebbero più i voti persi con le candidature sotto accusa che quelli del loro bacino di preferenze.

Verdini fa opposizione
Di diverso avviso, riferiscono fonti, è Denis Verdini. Il coordinatore del Pdl avrebbe sottolineato che in Campania il risultato al Senato è in bilico ed i voti di Cosentino sarebbero determinanti. A dare forza alla tesi delle "liste pulite" arriva la mossa del Pd. I democratici hanno escluso quattro candidati dalle liste elettorali, mettendo così in un angolo il Pdl. Non adeguarsi - si spiega - significherebbe prestare il fianco agli attacchi mediatici degli avversari.