Per l'articolo 1 del testo però il Pd chiede il voto segreto. Rinvio a lunedì. Nella stessa giornata la Fnsi ha proclamato lo sciopero generale dei giornalisti
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L'Aula del Senato ha dato il via libera alla norma "salva-direttori", inserita nel ddl diffamazione dal relatore Berselli. Il testo prevede che per lo stesso reato della diffamazione il giornalista vada in carcere fino a un anno, mentre al direttore o al vicedirettore responsabile tocchi solo il pagamento di una multa fino a 50mila euro. Intanto, per lunedì 26 novembre la Fnsi ha proclamato uno sciopero generale dei giornalisti.
Sull'emendamento, passato con 122 sì, 111 no e 6 astenuti, il governo viene dunque battuto dal momento il sottosegretario alla Giustizia aveva dato al riguardo parere contrario "per ragioni tecniche".
Il Pd chiede il voto segreto sull'articolo 1
E' stato però rinviato a lunedì il voto conclusivo sull'articolo 1 del ddl Diffamazione: si tratta del cuore del provvedimento che contiene tra l'altro anche la norma salva-direttori. Il gruppo del Pd ha infatti chiesto il voto segreto al riguardo. Ecco come ha motivato questa mossa la presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro: "E' vero, sono stata io. E' una norma penale? Avevano già dato l'autorizzazione alla richiesta. Ebbene, stavolta il voto segreto lo chiediamo noi". E il senatore Vincenzo Vita: "Siamo stati noi a chiederlo, dentro un quadro di battaglia ostruzionistica che stiamo facendo".
Votano sì Pdl Lega e Cn, no di Pd, Udc e Idv
La votazione è rimasta aperta a lungo per colpa di numerosi pianisti che sono infine stati richiamati all'ordine dai segretari d'Aula. A favore dell'emendamento si sono espressi il Pdl, la Lega e Coesione Nazionale. Il Pd ha detto no (ma in molti non hanno partecipato al voto) insieme all'Udc e all'Idv.
L'accusa di D'Ambrosio e la difesa di Berselli
Gerardo D'Ambrosio non ha preso parte alla votazione e ha criticato pesantemente la norma soprattutto da un punto di vista giuridico. "Ma vogliamo tornare tutti quanti al primo anno di università? - ha deto -. Così com'è scritto questo emendamento è un obbrobrio giuridico. E' una sceneggiata incredibile".
Berselli ha difeso la sua proposta negando che abbia effetti anche sull'articolo 57 del codice penale. Secondo lui, infatti, "c'è una diversità sostanziale tra l'autore dell'articolo e il direttore".
Castelli accusa la sinistra, l'Idv: è discriminazione
"Non possiamo abbandonare il relatore ai cannoneggiamenti della sinistra che parlano di attacchi sistematici", è stato l'invito di Roberto Castelli al resto del Centrodestra dopo aver sostenuto le ragioni della norma che differenzia la pena per giornalisti e direttori.
Una differenziazione che il responsabile Giustizia dell'Idv Luigi Li Gotti non ha esitato a definire una "discriminazione". Li Gotti ha attaccatp la norma dicendo che oltretutto penalizza il giornalista radiato che comunque "ha diritto di scrivere se vuole" e annuncia il no del suo gruppo.
Ha difeso la norma salva-direttori invece Franceso Rutelli, ma la sua proposta di inserire un registro nelle redazioni per annotare la vera identità degli autori anonimi non è passato. Silvia Della Monica si è astenuta "dal partecipare al voto di questo pasticcio", mentre Achille Serra dell'Udc ha fatto un parallelo con il furto: palo e ladro hanno la stessa pena. Perché giornalista e direttore no? Vincenzo Vita (Pd) ha giudicato questo testo "un vero pasticcio senza senso".
Lunedì giornalisti in sciopero
Il 26 novembre sciopero generale dei giornalisti di quotidiani, televisioni, agenzie di stampa, periodici, testate web, free lance, uffici stampa "contro il provvedimento sulla diffamazione in discussione al Senato che limita gravemente l'autonomia dell'informazione". Lo annuncia il segretario della Federazione della stampa, Franco Siddi.