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Intercettazioni, scontro Pd-Idv su Napolitano
Bersani: indecente attacco di Di Pietro al Colle

Botta e risposta tra i due leader in relazione alla sollevazione del conflitto di attribuzione da parte di Napolitano sulla vicenda delle intercettazioni

LaPresse

Alta tensione tra Pd e Idv dopo l'attacco di Di Pietro al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sulla vicenda delle intercettazioni. "Si rende conto - ha detto il leader dell'Idv rivolto al Capo dello Stato - che una scelta così drastica sul conflitto di attribuzione non nobilita le istituzioni, ma le mortifica?". Dura la replica di Bersani: "L'attacco al Colle è indecente, Napolitano non ha ragione per difendersi personalmente".

"Tutti dobbiamo ubbidire alla Costituzione che è la più bella del mondo - ha aggiunto il segretario del Pd -. Nessuno impedisca alla magistratura di lavorare anche con le intercettazioni e alla stampa libera di pubblicarle". "Il presidente Napolitano sta ponendo un quesito alla Corte Costituzionale su un tema delicatissimo, che riguarda il rapporto tra poteri dello Stato e istituzioni - ha proseguito -. Tutti siamo interessati affinché la nostra Costituzione sia applicata e quando c'è un dubbio è giusto che la Corte si esprima: questo è il senso dell'iniziativa del presidente e credo suia assolutamente da condividere".

L'attacco di Di Pietro
Di Pietro affida a un videomessaggio la sua contrarietà all'iniziativa presa dal Colle in relazione alle intercettazioni. "Si rende conto che una scelta cosi' drastica non nobilita le istituzioni, ma le mortifica? - dice il leader dell'Idv - Ecco perché mi sento mortificato per la sua scelta molto chiusa nell'interpretare la Costituzione. Noi IdV invitiamo i giudici di Palermo a: 'Resistere, resistere, resistere'".

''Nel merito, signor presidente della Repubblica, stiamo parlando di un'indagine che riguarda la trattativa tra Stato e mafia - prosegue Di Pietro - e c'è il dubbio che persone di altissimo rango istituzionale, in questo caso stiamo parlando dell'allora ministro degli Interni, di altri esponenti del governo di allora e dell'allora ministro della Giustizia, abbiano raggiunto un accordo al ribasso con elementi di spicco della mafia al fine di garantirsi l'incolumita' personale, mentre altre persone, tra cui Falcone e Borsellino, venivano ammazzate''.

''In una situazione di questo genere, ma proprio su questo processo, signor presidente, lei ha trovato opportuno sollevare una questione di conflitto di attribuzione? Sicuramente, come gli stessi giudici hanno riconosciuto, lei non ha nulla da temere da quelle telefonate. E allora - aggiunge il leader dell'Idv - in uno Stato democratico, in uno Stato di diritto, non è più eticamente accettabile che chi gode delle immunitàfaccia un passo indietro per un fine nobile? Ossia quello di scoprire la verità sulla presunta trattativa tra Stato e mafia, mettendo a disposizione tutto ciò che può essere messo a disposizione in un processo alle parti processuali?''.