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Pd, gay e diritti civili scatenano lo scontro
Primarie, Renzi: "Io non farò come Alfano"

Bersani: "La riforma elettorale? Il Pdl e la Lega la stanno mandandola in un vicolo cieco"

Ansa

Per Pier Luigi Bersani il ritorno in campo di Silvio Berlusconi rappresenta un'idea agghiacciante. "Nei prossimi mesi dovremo risvegliare in Italia una ragionevole fiducia. Quale risparmiatore dovrebbe aver fiducia nell'Italia davanti a liste di fantasia, leadership invisibili o agghiaccianti ritorni?" ha spiegato il segretario del Pd che ha poi definito la riforma elettorale "una beffa costituzionale di Pdl e Lega" .

"Primarie entro fine anno"
"Le primarie si dovranno tenere in una ragionevole distanza dalle elezioni e cioè entro la fine dell'anno". Questa la data indicata da Bersani, che ribadisce che la sua candidatura alla premiership "non è esclusiva", aggiungendo che dopo le vacanze "avremo modo di investire l'assemblea su temi regolamentari e statutari". "E sulle primarie - aggiunge, rivolgendosi così agli sfidanti interni - non possiamo decidere da soli i tempi e i modi. Lasciatemelo dire con chiarezza: non si parlerà del Pd, non sarà il congresso del Pd. Si parlerà dell'Italia e del governo del Paese".

Renzi: "Non faremo come Alfano"
A margine dell'assemblea, sulle primarie è intervenuto anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi, dicendo: "I giovani del Pd non faranno come Alfano. E' stato desolante vedere tanti giovani del Pdl che si sono immediatamente rimessi in ordine appena Berlusconi ha detto 'scendo in campo io'. Noi faremo l'opposto".

Ed è caos su primarie e gay

Lo scontro si è scatenato, oltre che sul tema primarie, anche su quello di gay e diritti civili. La polemica si è innescata al termine dell'assemblea su alcuni documenti e ordini del giorno che riguardavano il riconoscimento delle coppie omosessuali e primarie. Per chiudere la discussione, visto che alcuni delegati si opponevano alle decisioni della presidenza di non votare i documenti, è intervenuto il segretario Pier Luigi Bersani: "Attenzione, noi siamo il primo partito del Paese, dobbiamo dire con precisione all'Italia che cosa vogliamo, il Paese non è fatto delle beghe nostre".

Odg sugli omosessuali, il documento presentato
In particolare, lo scontro si è acceso quando si è trattato di votare il documento finale sui diritti.L'ordine del giorno presentato sulle coppie gay sottolinea che "non vediamo ragioni per cui il Partito democratico non dovrebbe schierarsi con chiarezza per l'estensione del matrimonio alle coppie omosessuali". "Non ci sono ragioni giuridiche", "non ci sono ragioni politiche", si legge nel testo, "non possono esserci ragioni morali che individuino nelle coppie omosessuali unioni di seconda categoria, cui riservare istituti di seconda categoria". L'unica soluzione che il Partito democratico può legittimamente sostenere per le coppie omosessuali è "l'uguaglianza che è dovuta a ciascun cittadino e a ciascuna famiglia secondo lo spirito e la lettera della nostra carta fondamentale". Per questo si chiede che il Pd adotti nel programma elettorale per le prossime elezioni politiche "la proposta di estender il matrimonio civile alle coppie omosessuali". 

Lo scontro
Al momento del voto, l'esponente del Pd barese Enrico Fusco ha preso la parola per attaccare "un documento antico, arcaico, offensivo della dignità delle persone". "E' vergognoso - ha insistito - persino Fini è più avanti di noi". Contro il documento hanno votato in 38 tra i quali Ignazio Marino, Ivan Scalfarotto, Sandro Gozi e Paola Concia. Ma il parapiglia è continuato quando la vicepresidente del Pd Marina Sereni ha spiegato che la presidenza riteneva precluso l'odg sui matrimoni gay "perché nega il contenuto del documento approvato poco fa", rinviando il tema a una direzione ad hoc. Quando Sereni ha proposto di precludere anche il voto sull'odg di Sandro Gozi che proponeva primarie aperte, dalla platea si è sollevato brusio e un coro di "voto, voto".

A questo punto Bersani ha preso il microfono: "Sulle unioni gay il Pd per la prima volta ha assunto un impegno a una regolamentazione giuridica e sulle primarie dobbiamo dire una cosa chiara al Paese e nel mio intervento, assicurando primarie aperte, ho assorbito il punti 2 e 3. Quanto alla data delle primarie io dico che si fanno con gli altri, non facciamo tutto noi e quindi propongo di votare contro". La platea ha applaudito il segretario e poco dopo l'assemblea si è chiusa.

Paola Concia a Tgcom24: "E' stato surreale"
"Siccome il documento sui diritti che è stato approvato dalla maggioranza non parla di matrimoni gay, io ho presentato un ordine del giorno su questo punto. Questo ordine del giorno firmato da 40 membri non è stato messo ai voti per scelta della presidenza di assemblea. Io non ho minacciato di stracciare la tessera, ma Benedino, Fusco e Mancuso hanno riconsegnato le tessere al segretario. E' stato surreale che non si sia voluto far votare, molte persone hanno detto che avrebbero votato contro, ma l'errore è non permettere il voto. Io avrei accettato qualsiasi voto dell'assemblea". E' quanto spiegato in diretta a Tgcom24 da Paola Concia (Pd) dopo la bagarre scoppiata all'assemblea del Pd sul tema dei matrimoni gay.

Enrico Fusco (Pd) a Tgcom24: "Il punto è riconoscere alle unioni dignità sociale e giuridica"
“Bindi non è stata agli accordi perché ha proposto un documento che non specifica come qualificare l'entità delle coppie di fatto. Basta vedere il documento, pieno di tanti buoni propositi, ma non dice una parola chiara sulle coppie gay. Io non ho stracciato la tessera perché ho troppo rispetto del partito ma ho consegnato la mia nelle mani del segretario”. E' l'intervento in diretta a Tgcom24 di Enrico Fusco (Pd) sulla questione delle nozze gay all'assemblea del Pd. "Il punto è che riconoscere una dignità sociale e giuridica. Bindi ripropone ancora quell'aberrazione dei Dico, perché se non si entra nel merito come in Gran Bretagna o Germania si ripete la solita cosa risaputa senza affrontare l'argomento come invece chiede l'Unione Europea al nostro Parlamento. Io ho contatti con cattolici che non si riconoscono nel documento della Bindi. Perché Bindi non se ne va nell'Udc? Si faccia un esame di coscienza e la smetta di propinarci una visione arcaica dei temi diritti civili. Vada a studiare e poi proponga qualcosa di diverso da questa aberrazione”.

Bindi a Tgcom24: "L'assemblea aveva appena votato un documento che esclude le nozze gay"
Non ho fatto votare il documento perché l'assemblea a larghissima maggioranza aveva approvato un attimo prima un documento che escludeva il matrimonio gay, ma che invece regolamenta le unioni civili anche omosessuali. Non si mette a votazione un documento che esprime il contrario". E' la spiegazione in diretta a Tgcom24 della presidente del Pd Rosy Bindi sulla bagarre scatenatasi sul tema dei matrimoni gay. "I laici del Pd sono 38 su mille? Questo documento è stato votato da una stragrande maggioranza del partito in cui fanno parte sia laici e cattolici. Il documento è stato elaborato da una commissione paritaria composta per lo più da laici. C'è una minoranza che non ha riconosciuto il passo fatto il primo partito per allineare l'Italia alle altre realtà. Non è il matrimonio, ma la regolamentazione dell'unione".

"Se poi, invece di essere soddisfatti, si preferisce mantenere il protagonismo dei distinguo, allora è affare che riguarda il destino dei singoli. Il documento votato è frutto di un anno di lavoro e di una commissione in cui la stessa Paola Concia era membro". Alla polemica di Renzi sulle primarie risponde: "Con tutte le persone che c'erano, Renzi ha preferito parlare con i giornalisti e non con quelle persone che fanno il partito, bene. Non mi pare che nel Pd ci sia qualcuno che sia ritornato dal passato come nel Pdl. Bersani c'è sempre stato, è il segretario. Mi spiace per Alfano e per l'Italia per il ritorno di Berlusconi. Non capisco cosa voglia Renzi. Aveva detto che voleva le primarie per poi decidere il programma, ma noi non siamo una repubblica presidenziale". 

"Riforma elettorale in un vicolo cieco"
La strada per la legge elettorale "è intralciata dalla beffa costituzionale di Pdl e Lega, che stanno mettendo la riforma costituzionale in un vicolo cieco", ha spiegato Bersani, aprendo i lavori dell'assemblea nazionale del partito a Roma. Secondo Bersani, Pdl e Lega "buttano la palla in tribuna per pure ragioni propagandistiche col rischio evidente di bloccare ogni elemento possibile e sensato di riforma".

"Monti un pompiere, non si lamenti chi ha appiccato l'incendio"
La "colpa" di chi ci ha portato nella crisi in cui versa il Paese è "il decennio berlusconiano e leghista, dieci anni di favole e di svago, dieci anni conclusi con un patto di emergenza stretto con l'Unione Europea, non da Monti, ma da Berlusconi e Tremonti, un patto di cui mese dopo mese sentiamo il peso drammatico", ha detto ancora Bersani.

"L'ho già detto: il pompiere può anche fare degli errori ma non è lui che ha appiccato il fuoco e sarebbe curioso che colui che ha appiccato il fuoco si permettesse adesso di fare le pulci al pompiere che comunque ha impedito che il fuoco dilagasse", ha aggiunto il segretario del Pd.

"Serve un patto di legislatura tra progressisti e moderati"
Bersani rilancia poi lo schema di alleanza in vista delle consultazioni del 2013 e dice: "In base alla legge elettorale ci sarà più chiaro come prospettare agli elettori il patto di legislatura fra progressisti e moderati, che non ha nulla di tattico o politicista ma ubbidisce a una tendenza di fondo europea. Per organizzare questo campo, partiremo dai contenuti e non ci perderemo in dettagli programmatici ma apriremo la discussione sui cardini del progetto".

"Puntiamo a governo e maggioranza stabili e coesi"
Dopo l'esperienza dell'Unione, aggiunge, che "ha lasciato una traccia profonda nella memoria degli italiani", ora "dobbiamo saper mostrare che l'Italia potrà contare su un governo e una maggioranza stabili e coesi. Ci sono dunque impegni che proporremo di sottoscrivere come quello di affidare alla responsabilità del candidato premier una composizione del governo snella, rinnovata, competente e credibile internazionalmente".

"Immigrati: è italiano chi studia qui"
Il segretario del Pd ha poi affrontato il tema stranieri, affermando che "un ragazzo figlio di immigrati che studia qui è un italiano, checchè ne dica Grillo".

"Giù le tasse caricandole su rendite e grandi patrimoni"
Bersani ha poi parlato di un'ipotesi di "alleggerimento fiscale a carico di rendite di grandi patrimoni finanziari e immobiliari". E' questa infatti una delle proposte lanciate dal palco dell'assemblea del Pd, dove il segretario nazionale ha elencato una serie di punti programmatici del partito.

Primarie, deposito l'ordine del giorno dei rinnovatori
E' stato depositato, e sarà dunque votato all'Assemblea nazionale del Pd, l'ordine del giorno dei "rinnovatori" Sandro Gozi, Pippo Civati e Salvatore Vassallo. Si chiede, tra l'altro, che ci siano le primarie entro l'anno. Si era discusso se comunque mantenerlo dopo l'apertura fatta sull'argomento dal segretario Pierluigi Bersani nel suo intervento dal palco.

E alla fine, l'assemblea promuove Bersani
Alla fine della giornata, con cinque astenuti e un voto contrario l'assemblea del Pd ha approvato la relazione del segretario Bersani.