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Milleproroghe, la Camera dice sì al decreto
Richiamo del Colle: no emendamenti estranei

E così il dl rischia lʼannullamento. Prima del voto, governo battuto due volte

LaPresse

La Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge di conversione del decreto Milleproroghe.

I sì sono stati 336, 61 i no e 13 gli astenuti. Il testo va ora alla firma del Capo dello Stato. In precedenza, il governo era stato battuto per due volte su altrettanti ordini del giorno presentati dalla Lega e dal Pd.

Il Colle: niente norme estranee nel Milleproroghe
Ma dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è arrivata una lettera ai presidenti delle Camere e al presidente del Consiglio in cui si criticano pesantemente alcuni emendamenti giudicati "estranei" alla materia. Nel messaggio inviato infatti il Colle richiama l'attenzione sulla sentenza della Corte Costituzionale numero 22 del 2012 che ha per la prima volta annullato disposizioni inserite dalle Camere in un decreto-legge durante l'esame del relativo disegno di legge di conversione. L'annuncio del provvedimento del Colle è stato dato dal presidente della Camera Gianfranco Fini, che ha letto il testo della missiva in aula.

Ecco il testo del messaggio arrivato dal Quirinale: "Anche in occasione del recente decreto-legge 'milleproroghe' del 29/12/2011, sono stati ammessi e approvati emendamenti che hanno introdotto disposizioni in nessun modo ricollegabili alle specifiche proroghe contenute nel decreto e neppure alla finalità indicata nelle premesse di garantire l'efficienza e l'efficacia dell'azione amministrativa". Il Capo dello Stato precisa poi che le disposizioni "avrebbero dovuto trovare più corretta collocazione in un distinto dl".

Napolitano ricorda che già con la lettera inviata il 22 febbraio 2011 ai Presidenti di Senato e Camera e al Presidente del Consiglio dei ministri, sottolineava "la necessità di limitare gli emendamenti ammissibili, in sede di conversione dei decreti-legge, a quelli sostanzialmente omogenei rispetto al testo originario del decreto" e si ricollega anche alle considerazioni svolte dal Presidente Ciampi in un messaggio alle Camere del 2002. Inoltre, aggiunge il Capo dello Stato, "la prassi parlamentare non sempre si è attenuta ai criteri suindicati, con particolare riguardo al tradizionale decreto-legge di fine anno con il quale vengono prorogati termini di efficacia di varie disposizioni legislative, essendo prevalsa la linea di ritenere sufficiente, per l'ammissibilità degli emendamenti, una generica finalità di proroga non collegata con l'oggetto e spesso neppure con la materia e le finalità del provvedimento di urgenza". Addirittura, fa notare Napolitano, "talora, si sono anche consentite modifiche ordinamentali non strettamente limitate all'ambito temporale della proroga di tali termini".

Governo battuto due volte
Nella giornata il governo era stato battuto due volte in Aula alla Camera a proposito di due ordini del giorno al decreto "milleproroghe", presentati da Pd e Lega. Il primo testo, su cui il governo aveva reso parere contrario, è passato con 257 sì, 213 no e sei astenuti. Pd, Lega e Idv hanno votato a favore; contro Pdl, Fli e Udc. Il secondo, su cui il governo aveva espresso parere contrario, è passato con 303 voti a favore, 165 voti contrari e 10 astenuti. Con il governo ha votato solo il Pd.