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Monti: "Chi evade il Fisco non solo avvelena il Paese, ma anche i propri figli"

Dura stoccata del premier: "Non reca danno solo ai cittadini, ma rende lʼItalia non vivibile alle future generazioni"

Ap/Lapresse

Nel 2012 "verrà dimostrato, con risultati certi, che alcuni, molti cosiddetti soliti ignoti diventeranno presto soggetti noti dal punto di vista fiscale".

Queste le parole del presidente del Consiglio, Mario Monti, in un'intervista alla Radio Vaticana ed all'Osservatore Romano. Chi evade le tasse, non solo "reca danno ai cittadini", ma "offre ai propri figli un pane avvelenato" perché "li renderà cittadini di un Paese non vivibile", aggiunge.

"Il pacchetto di misure per il consolidamento dei conti pubblici, presentato dal governo al Parlamento, che l'ha prontamente approvato in dicembre, ha chiesto contributi a tutti", ha spiegato il presidente del Consiglio, promettendo grandi risultati proprio sul fronte dell'evasione fiscale. "Nel 2012 molti cosiddetti 'soliti ignoti' diventeranno presto 'soggetti noti' dal punto di vista fiscale - ha proseguito -. Un primo segno è già contenuto nel Decreto 'salva Italia': si è prevista una clausola di favore per l'Imu a seconda del numero di figli". "In tempo di crisi, e più in generale entro la cornice dell'equità, vale quanto affermava Giuseppe Toniolo: 'Chi piu' puo', piu' deve; chi meno puo', piu' riceve"', ha aggiunto.

Liberalizzazioni, "spazio al merito e ai giovani"
"Le liberalizzazioni sono un insieme di misure per introdurre nell'economia e nella società italiana, con una più sana concorrenza, maggiori spazi per il merito, soprattutto a beneficio dei giovani, degli esclusi", ha proseguito il premier. Per Monti le liberalizzazioni sono compatibili con tradizioni e valori italiani purché ci sia "una via che valorizza e rende più solide e genuine quelle tradizioni, senza addossarle ad altri". "Ebbene -spiega Monti- per me liberalizzare significa -in questo senso che ho cercato di descrivere- offrire benefici, risparmi e benessere a un numero piu' elevato di cittadini, senza per questo compromettere l'esistenza di nessuno. Anche se in Italia forse e' piu' difficile che altrove, ciascuno puo' contribuire all'interno del proprio settore ad una operazione di trasparenza contro privilegi eccessivi, per meglio garantire i giusti diritti".

"Euro irrinunciabile"
Oggi, rinunciare all'euro significherebbe abbandonare all'incertezza i piu' deboli ed i piu' poveri. L'euro resta uno strumento di straordinaria incidenza nella vita delle persone, ma non e' il fine dell'azione comunitaria, che resta il 'bene comune"'. E' questa la posizione ribadita dal premier Mario Monti, avvertendo che la moneta unica e' nata per unire e non deve essere un "fattore di disintegrazione" in Europa. "La crisi -spiega- si supera alzando la 'bandiera dei valori' sopra gli stessi 'interessi della moneta', e riconoscendo come la moneta, a sua volta, non e' certo solo un fatto tecnico. L'euro per nascere ha avuto bisogno infatti di essere accompagnato da una serie di vincoli per una responsabile gestione dei bilanci pubblici. Ebbene, in questo senso, l'euro ha indotto tutti i Paesi che hanno voluto abbracciarlo a rispettare meglio anche valori etici fondamentali, come quello dell'equita' tra le generazioni".

"Per superare la crisi guardare avanti con coraggio"
"La crisi, per essere superata in tutti i suoi gravi profili, richiede di guardare in avanti con coraggio, con speranza, ma anche di riscoprire le proprie radici". E' questa l'opinione del premier sulla strada da seguire per fronteggiare l'emergenza.

Stato-Chiesa, "distinzione e collaborazione"

''Mi riconosco pienamente nel criterio della distinzione e della reciproca collaborazione''. Il premier Mario Monti risponde così a una domanda su come ''la Chiesa in Italia possa contribuire maggiormente a sostenere lo Stato'', sottolineando come ''nella formazione, nell'integrazione, nella responsabilità civile e morale, il contributo della Chiesa sia davvero prezioso''.