FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Il ministro Patroni Griffi e la casa al Colosseo
"Nessun privilegio, io non sono un furbetto"

Lʼimmobile fu acquistato dallʼInps a 177mila euro dopo un contenzioso con lo Stato

LaPresse

Respinge le accuse di essere un privilegiato, assicura che la sua è una posizione identica a quella di "migliaia di cittadini italiani" e giura: "Non sono un furbetto".

All'indomani del caso Malinconico, il ministro della Pubblica amministrazione e semplificazione Filippo Patroni Griffi spiega come ha acquistato la casa in zona Colosseo dall'Inps per dissipare le ombre che si stanno addensando intorno a lui.

E dice che sono tantissimi gli italiani "di ogni condizione sociale, che sono diventati acquirenti, alle condizioni e secondo le procedure volute dal Parlamento, di immobili di enti previdenziali". Lui la sua casa esposta sui Fori imperiali di 109 metri quadrati l'ha pagata 177mila euro. Ma nella sua lettera, inviata al "Fatto quotidiano", dice tutto su come ha acquistato quella casa. E rifiuta il paragone con il caso Scajola e un'altra ben nota casa con vista Colosseo.

Il ministro ricostruisce l'intera vicenda, che definisce "personale". A partire dal suo trasferimento a Roma nel 1986, dopo aver vinto il concorso pubblico per consigliere di Stato, e dalla sua richiesta a vari enti per un alloggio da prendere in locazione, con risposta da parte dell'Inps per l'immobile in questione, "prospiciente i giardinetti su via degli Annibaldi" e dal quale, scrive Patroni Griffi, "scorgere il Colosseo richiederebbe operazioni inconcepibili per chi, come me, soffre di vertigini".

Il palazzo, riprende, "fu definito di pregio in virtù della sola sua ubicazione nel centro storico, mentre la legge dava una serie di altri parametri, tra cui lo stato di manutenzione (pensi che non vi era acqua diretta e che comunque l'Inps da molti anni non aveva svolto interventi di manutenzione). Da qui nacque il contenzioso con lo Stato (a curare gli interessi di Patroni Griffi fu proprio Carlo Malinconico) che portò alla conclusione, sulla base di una consulenza tecnica, che quell'immobile, in base a tutti i parametri di legge, non poteva considerarsi di pregio. Il prezzo di vendita, quindi, fu un prezzo stimato di mercato dall'Ute".

"Temo di non essere in grado di scrivere un manuale per 'furbetti' come mi viene suggerito", continua Patroni Griffi. E sottolinea di non aver "fruito di alcun privilegio personale". Oggi, aggiunge, "non so se percorrerei le stesse vie legali con tutti gli altri condomini", anche "per gli accostamenti ad altre vicende che, annunciate nei titoli, sono poi maliziosamente negate negli articoli. Vicende che nessuno, in buona fede, può seriamente rapportare alla mia".