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I numeri del piano Cottarelli: in 3 anni risparmi per 59 miliardi

Dai tagli diretti alle riorganizzazioni, dalla riduzione dei costi della politica ai risparmi su Difesa, Sanità e pensioni, ecco che cosa prevede il rapporto del commissario alla spending review. Ma già il premier ha detto chiaramente che "toccherà a noi decidere"

carlo cottarelli spending review
ansa

Dopo quello che lui stesso ha definito, quasi sprezzantemente, come "l'elenco" del commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, il premier, Matteo Renzi, ha detto chiaramente che su tagli e risparmi di spesa "toccherà a noi decidere". Anche perché già emergono punti critici come il fatto che i risparmi raggiungibili al 2016 potrebbero "non essere tutti disponibili per il taglio della tassazione" perché molte risorse sono già impegnate.

Il piano Cottarelli - Il piano di Cottarelli prevede comunque risparmi totali per 7 miliardi nel 2014, 18,1 miliardi nel 2015 e 33,9 miliardi nel 2016. Come si raggiungerebbero questi risultati? Anzitutto con i tagli diretti (compresi riduzione di spese per beni e servizi e tagli agli stipendi dei dirigenti, i quali non potranno guadagnare più del presidente della repubblica, cioè 248mila euro l'anno), che per l'anno in corso ammontano a 2,2 miliardi, per il 2015 a 5,2 miliardi e per il 2016 a 12,1 miliardi di euro.

Le riorganizzazioni - E poi ci sono le riorganizzazioni (riduzione dei corpi di polizia, riduzione e soppressione di enti pubblici e razionalizzazione di prefetture, vigili del fuoco e capitanerie di porto), che valgono un risparmio di 200 milioni quest'anno, 2,8 miliardi nel 2015 e 5,9 miliardi nel 2016. Il paragrafo sulla "riduzione dei corpi di polizia" è già stato oggetto di polemiche, e il governo ha già smentito l'ipotesi di accorpamento di polizia e carabinieri. Ma secondo cottarelli in Italia ci sono 466 uomini delle forze dell'ordine ogni 100mila abitanti contro i 312 della Francia e i 298 della Germania.

I tagli alla politica - Nel progetto non potevano mancare i tagli ai costi della politica, che sono comunque decisamente meno vistosi rispetto agli altri capitoli: 400 milioni nel 2014, 700 nel 2015 e 900 nel 2016 tra sforbiciate a comuni, regioni e finanziamento ai partiti, trasformazione del senato e revisione di altri organismi).

I trasferimenti inefficienti - Due miliardi quest'anno, 4,4 nel 2015 e 7,1 nel 2016 vale invece la riduzione dei trasferimenti inefficienti tra trasferimenti dallo Stato alle imprese (come i fondi per l'editoria, per l'istruzione, per lo spettacolo e per il trasporto pubblico), indennità di accompagnamento, assegni di invalidità e fondi pubblici al trasporto ferroviario (settore per il quale gli aiuti di Stato, in Italia, sono il 50% in più rispetto alla media europea). Proprio sulle invalidità il rapporto propone anzitutto una serie di controlli mirati, e poi l'introduzione di un limite di reddito (30mila euro l'anno a persona e 45mila per il nucleo familiare) sopra il quale l'assegno di accompagnamento non spetta più.

Difesa, sanità e pensioni - Altro cospicuo risparmio deriverebbe da tagli e risparmi su Difesa, Sanità e pensioni: 2,2 miliardi quest'anno, 5 l'anno prossimo e 7,9 tra due anni: solo dai risparmi sulle indicizzazioni delle pensioni Cottarelli prevede un recupero di 600 milioni il prossimo anno e di un miliardo e mezzo tra due anni. Soprattutto nel settore della previdenza molte sono le proposte del commissario alla spending review, come quella per la revisione delle pensioni di guerra che costano 1 miliardo e mezzo l'anno alle casse dello Stato.

Il patto di stabilità - Per quanto concerne la crescita e il patto di stabilità, il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, al termine dell'incontro con il governo ha fatto sapere che Renzi chiederà a Bruxelles che i fondi strutturali vengano esclusi dai vincoli posti dal Patto di stabilità. E in merito ai tagli alla spesa sanitaria, Errani sottolinea come "è giusto razionalizzare e qualificare la spesa in sanità, il Patto per la salute va proprio in questa direzione. Le risorse però vanno reinvestite nella sanità". Infine, Errani parla del tema del rifinanziamento della Cassa integrazione in deroga definendolo "una vera emergenza, senza non è possibile gestire questa fase così delicata".