Yamaha XV950 Bobber Style
Una moto che si presta alla personalizzazione
Dici Bobber e pensi agli Stati Uniti, alle sterminate praterie del Texas solcate da un lungo nastro d'asfalto dove correre con il tuo chopper… E allora che c'entra il Sol Levante in tutto questo? Ci entra prepotentemente invece, perché Yamaha ha creato, per gli amanti del genere, una tra le moto più belle che ci sia capitato di provare negli ultimi mesi: la XV950 Bobber Style.
Una versione che abbiamo provato e che ci ha sorpresi subito per la
presenza scenica: colorazione verde “militare” con logo Yamaha nero, sella monoposto in pelle traforata con molle a vista
, foderi forcelle “a soffietto” neri, manopole e cover filtro aria con finitura ottone a impreziosire il tutto. Diciamo che ci siamo calati volentieri nei panni di novelli James Dean, e quindi giubbotto di pelle, casco aperto e via. Solo che al posto delle praterie statunitensi ci siamo ritrovati nel traffico di Piazza Cadorna a Milano, tra taxi, furgoni e lastroni di pavé, il tutto arricchito dai binari del tram… Ma la proverbiale efficienza nipponica ha pensato anche alle strade dell'italico stivale, e infatti ha dotato la XV950 Bobber dimorbide sospensioni
che hanno assorbito tutte le asperità del terreno.In questa versione la moto si ritaglia un compito che le sorelle un po' più “di serie” fanno fatica ad assolvere: “avere stile”. Da un punto di vista di funzionamento, infatti, la perfezione giapponese si sente in ogni piccolo particolare, dalla maneggevolezza al
motore corposo anche ai bassi, il bicilindrico a V di 942 cc
che sorprendentemente non scalda nemmeno troppo, dall'allungo buono al cambio preciso. Malo stile, i nostri lettori lo sanno, è altra cosa e la nostra bobber ne è intrisa
. Davanti a un qualsiasi bar (abbiamo fatto la prova in differenti zone e in differenti città) desta interesse, curiosità, domande…In Yamaha hanno dedicato attenzione proprio a questi particolari, che possono tranquillamente portare questo modello nel garage di chi vuole una moto custom senza rinunciare alla solidità e all'affidabilità di un motore e di una ciclistica giapponesi. E questa volta hanno lasciato veramente poco al caso, inserendo