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Fiat Chrysler, un 2015 da ricordare

Calano i debiti e utili in crescita

Fiat Chrysler, un 2015 da ricordare - foto 1
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Un miliardo di euro.

Tanto è valso al gruppo FCA lo scorporo di Ferrari, che ha permesso di abbattere da 6 a 5 miliardi di euro lʼindebitamento di Fiat Chrysler Automobile. Ma il 2015, pur in sintonia con le previsioni, ha portato altre buone notizie al colosso euroamericano, come lʼutile netto "adjusted" (corretto) di due miliardi di euro, il 91% in più rispetto al 2014.

Del 2015 si può dire che sia stato un anno di consolidamento per il giovane gruppo automobilistico. Non era facile mettere insieme lʼelefantiaca produzione del gruppo Chrysler, con costi spesso insostenibili, con la specifica produzione europea, fatta di brand e modelli forti soltanto nel Vecchio Continente. Alla fine il 2015 si chiude con 4.516.000 veicoli venduti nel mondo, soltanto 24 mila in più del 2014, ma oltre 113 miliardi di euro di fatturato, 18 miliardi in più. Lʼarea Nafta ‒ vale a dire il Nord America ‒ conta il doppio dellʼarea Europa e Medio Oriente (area Emea), e questo è un buon segnale per marchi popolari come Dodge e Chrysler, mentre Jeep vola letteralmente: ne sono state vendute 1,3 milioni di unità nel mondo, il suo record assoluto e affronta con le ali in poppa il 2016, il suo 75° di attività.

Jeep è forte anche in Europa, con il Renegade made in Italy che è il suo modello più venduto (54.800 unità) e che è il prodotto delle sinergie con la divisione europea di FCA. In Europa le vendite totali di automobili e veicoli commerciali leggeri sono state 1.142.000, il 12% in più rispetto al 2014, per una quota mercato salita al 6,1% per le auto (in Italia al 28,3%) e all'11,3% per i commerciali (45,7% in Italia). Un cenno al segmento del superlusso: Ferrari ha consegnato 7.592 auto nel 2015, 700 in più dellʼanno prima; Maserati invece con 29.419 unità ha perso circa 6 mila unità. Sempre ampia la disponibilità di liquidità tra le due sponde dellʼAtlantico: 25,2 miliardi di euro. Garanzie più che sufficienti per sostenere gli investimenti sui futuri prodotti.