SCRUTINIO IN CORSO

Svezia, l'estrema destra cresce ma non sfonda | Testa a testa tra centrodestra e centrosinistra

Quando è stato scrutinato oltre il 90% dei voti, il partito anti-immigrati degli Svedesi Democratici raggiunge il 17,7%. Il primo partito resta quello dei Socialdemocratici con il 28,3%

10 Set 2018 - 01:05
 © -afp

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Non raggiunge le aspettative trionfali della vigilia, ma la destra radicale svedese compie un consistente balzo in avanti. Quando è stato scrutinato oltre il 90% dei voti, il partito anti-immigrati degli Svedesi Democratici raggiunge il 17,7% (+4,7% rispetto al 2014). Il primo partito resta quello dei Socialdemocratici con il 28,3%, temperando la debacle che gli assegnavano i primi exit poll.

La "vittoria" dei piccoli partiti - I Moderati si attestano al 19,7%, secondo partito, mentre quel che appare certa è l'affermazione dei piccoli partiti. In primis gli ex comunisti, Sinistra, che secondo gli exit poll hanno quasi raddoppiato il loro ultimo risultato e si sono aggiudicati l'8%. Bene anche il partito di centrodestra, Centro, e i cristiano democratici che hanno incrementato di un terzo le preferenze del 2014.

Testa a testa tra centrodestra e centrosinistra- Al termine di una tornata elettorale, che ha tenuto l'Europa con il fiato sospeso, sondaggio dopo sondaggio con le indicazioni dell'ascesa degli Svedesi Democratici, il futuro governo di Stoccolma è al momento un enigma: se si escludono accordi con la destra populista, il blocco di centrodestra e quello di centrosinistra si trovano bloccati in un testa a testa, entrambi attorno al 40%.

Akesson: "Avremo un enorme peso" - Nella tarda serata il leader degli Svedesi Democratici ha parlato ai suoi sostenitori: "Abbiamo aumentato i nostri seggi in Parlamento e faremo in modo di aver un enorme peso su ciò che accadrà in Svezia nelle prossime settimane, mesi ed anni", ha affermato. Akesson ha quindi sottolineato di essere disposto a parlare con tutti i partiti e, rivolgendosi al leader del centro destra Ulf Kristersson, lo ha "esortato" a scegliere se stare con gli Svedesi Democratici o con i socialdemocratici.

Una campagna elettorale tesa conclusasi con diverse aggressioni ai seggi - La campagna elettorale che ha preceduto il voto per il rinnovo del Parlamento è stata tesa e difficile. E ancora i segnali sono arrivati da aggressioni, ai seggi, di militanti neonazisti contro giornalisti ed elettori. A Boden, Ludvika e Kungalv alcuni membri del Movimento della resistenza nordica hanno fatto irruzione nei seggi creando panico tra i cittadini in coda.

La campagna elettorale "giocata" sul tema dei migranti - La corsa alle urne si è incentrata essenzialmente su come frenare l'arrivo di nuovi stranieri, tema "forte" ovunque in Europa, e cavalcato abilmente dagli Svedesi Democratici. Solo nel 2015 erano stati accolti più di 160mila nuovi migranti, un'enormità per un Paese di 10 milioni di abitanti.

Le limitazioni degli anni successivi non hanno evidentemente saputo arginare un sentimento diffuso di crescente esasperazione. Sfruttato politicamente dagli Svedesi Democratici, che hanno denunciato in maniera martellante, con toni spesso violenti, i problemi dell'integrazione, tra segregazione residenziale e gang criminali.

Salvini: "Anche Svezia sceglie cambiamento" - La Svezia patria del multiculturalismo e modello della sinistra, dopo anni di immigrazione selvaggia ha deciso finalmente di cambiare. Ora anche lì dicono no a questa Europa di burocrati e speculatori, no ai clandestini, no all'estremismo islamico. La forte affermazione di Jimmie Akesson è l'ennesimo avviso di sfratto ai Socialisti: a maggio, alle elezioni Europee, completeremo l'opera del cambiamento fondato sui valori del lavoro, della sicurezza e della famiglia". Così in un post su Fb il ministro dell'Interno Matteo Salvini.

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