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Referendum Catalogna, in migliaia al comizio finale | Madrid chiede a Google di bloccare la app-voto

Il portavoce di Madrid: "Puigdemont dovrà rispondere in tribunale". Trattori invadono il centro di Barcellona. Gli indipendentisti occupano le scuole

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Il governo spagnolo ha deciso di chiudere lo spazio aereo sopra Barcellona ai voli di aerei privati ed elicotteri in occasione del referendum, dichiarato "illegale" da Madrid, per l'indipendenza della Catalogna.

Il governo centrale ha poi chiesto a Google di bloccare la app per le votazioni ma  per il presidente della Catalogna i seggi sono sufficienti In due scuole indipendentisti occupano le aule. In migliaia al comizio finale.

Giudice ordina a Google blocco app per seggi - Un magistrato del Tribunale Superiore della Catalogna, Mercedes Armas, ha ordinato a Google di ritirare l'applicazione "onvotar1oct@gmail.com" per cellulari e tablet che spiega come e dove votare al referendum sull'indipendenza di domenica prossima in Catalogna, proibito da Madrid. Lo scrive il quotidiano catalano La Vanguardia.

Puigdemont: abbiamo più urne del necessario - "Abbiamo molte più urne elettorali di quelle di cui abbiamo bisogno". Lo dice il governatore della Catalogna, Carles Puigdemont, in un'intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz), dicendosi convinto che la consultazione, dichiarata illegale dalla Corte costituzionale spagnola, potrà comunque essere portata a termine nonostante le operazioni di polizia per sequestrare materiale elettorale.

Indipendentisti occupano seggi per il referendum - I separatisti catalani hanno occupato diverse scuole a Barcellona che devono servire da seggi elettorale nel contestato referendum sull'indipendenza di domenica per garantire lo svolgimento del voto. Lo hanno constatato alcuni giornalisti Due scuole nel centro di Barcellona sono state occupate, secondo i giornalisti, mentre una "piattaforma di scuole aperte per il referendum" ha postato su Twitter le immagini di vari seggi elettorali occupati.

"Si voterà pacificamente" - Il portavoce del governo catalano, Jordi Turull, ha intanto confermato che domenica "si voterà pacificamente" dalle 8 alle 20 nonostante il divieto imposto di Madrid, e il vicepresidente Oriol Junqueras ha sottolineato che "né il governo né i cittadini della Catalogna stanno facendo nulla di male".

Il governo centrale punta i piedi - Madrid, però, la pensa diversamente: il portavoce del governo spagnolo, Inigo Mendez de Vigo, ha assicurato che domenica "non ci sarà alcun referendum in Catalogna", e che in ogni caso il presidente catalano Carles Puigdemont dovrà "rispondere davanti ai tribunali" per la "grave slealtà istituzionale" di cui si è reso responsabile. "Siamo in presenza di un processo di disobbedienza costituzionale - ha accusato Mendez de Vigo - contro una democrazia europea consolidata e prestigiosa come quella spagnola, in pieno XXI secolo".

L'Europa, intanto, sta a guardare: Alexander Winterstein, uno dei portavoce della Commissione europea, ha spiegato che domenica "non faremo niente. Come tutti gli altri, guarderemo lo svolgersi degli eventi".

Nel frattempo a Barcellona continuano le manifestazioni a favore dell'indipendenza. All'appello del principale sindacato agricolo catalano l'Unione dei Contadini (Up) oltre 2mila trattori si sono riversati sulle strade catalane in difesa del referendum di autodeterminazione di domenica. Oltre 400 trattori hanno invaso il centro di Barcellona, fino alla sede del governo catalano del presidente Carles Puigdemont. Centinaia di trattori sono confluiti verso le altre città catalane, Girona, Tarragona, Lleida, Badalona. Il sindacato Up ha invitato i suoi aderenti a difendere i seggi domenica.

Altro giudice ordina chiusura sito per voto on line - Un giudice spagnolo ha ordinato la chiusura del sito di e-voto elettronico del "Govern" catalano per evitare che possa essere usato come alternativa domenica al voto nei seggi. La decisione è stata presa in base a una informativa dell'inchiesta 'segreta' condotta dalla Guardia Civil spagnola, con materiale ottenuto durante il blitz nelle sedi del governo catalano del 20 settembre, che aveva portato all'arresto di 14 dirigenti dell'amministrazione.