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Libia, Mosca contro i raid Usa: "Illegali"

Secondo un portavoce del Palazzo di Vetro, lʼazione militare degli Stati Uniti è perfettamente in linea con la risoluzione Onu

I raid americani contro le postazioni dell'Isis in Libia sono illegali, perché serve una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Lo ha detto all'agenzia Interfax l'ambasciatore russo in Libia, Ivan Molotkov. "Dal punto di vista della legittimità - ha dichiarato il diplomatico - probabilmente gli americani non avevano questo diritto".

La replica dell'Onu - L'intervento Usa in Libia è in linea con la risoluzione Onu. È questo il messaggio che arriva dal Palazzo di Vetro, dove si sottolinea come i raid "sono stati richiesti dal governo di unità nazionale". Commentando l'ambasciatore russo in Libia secondo cui i raid sono illegali, il portavoce Farhan Haq ha richiamato i passaggi della risoluzione in cui si esortano gli Stati membri "a sostenere il governo di Accordo Nazionale, su sua richiesta, nella lotta contro l'Isis".

Le polemiche interne - Non sono soltanto i russi a bocciare i bombardamenti americani. "L'intervento straniero richiesto pubblicamente in Libia non lo accettiamo. Le decisioni prese dal governo di unità nazionale libico, che ancora non ha ottenuto la nostra fiducia, sono una violazione della Costituzione e dell'accordo politico". Così Aguila Saleh, speaker della Camera dei deputati di Tobruk (Hor), in un'intervista a Sky News Arabiya. "Si sostengano e si aiutino invece le nostre forze armate (guidate da Haftar) nella lotta al terrorismo", ha aggiunto.

L'industria petrolifera - La National Oil Company, la compagnia petrolifera libica, ha dichiarato di essere pronta a riprendere le esportazioni di greggio, bloccate da mesi a causa di divergenze politiche e di attacchi terroristici. Imminente è infatti la riapertura dei due terminal petroliferi principali del paese, a seguito di un accordo con il governo di unità nazionale che siede a Tripoli.

Gentiloni: "Pronti a sostegno umanitario" - L'Italia è pronta a dare a Tripoli tutto il sostegno necessario. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni lo ha spiegato al premier libico Fayez Al Sarraj in un colloquio telefonico. Roma, ha detto, è "disponibile a fornire al governo di accordo nazionale l'assistenza che chiederà soprattutto sul piano umanitario e sanitario, e ribadisce l'apprezzamento per l'azione dello stesso governo per riportare la stabilità nel Paese".